Paestum e Troia, la Bmta celebra i venti anni di iscrizione nella Lista Unesco
Bouchenaki: "Decisivo il dialogo con chi era responsabile della protezione e valorizzazione del sito e chi aveva la responsabilità della loro fruizione"
Venti anni fa Paestum entrava a far parte del Patrimonio dell’Umanità. A ricordare il momento dell’iscrizione nella Lista Unesco è il Consigliere Speciale del Direttore Generale dell’organismo mondiale Mounir Bouchenaki (nella foto) che a Paestum, dove si svolge la Borsa mediterranea del turismo archeologico (15-18 novembre), ricorda quell’evento e tutto quello che in seguito è successo nel mondo. “Siamo partiti venti anni fa con il dialogo tra coloro che hanno la responsabilità della protezione e valorizzazione del sito e quelli che hanno la responsabilità della loro fruizione, coinvolgendo nel percorso tutti gli attori interessati. Prima c’era solo il confronto tra i responsabili del turismo e delle sovrintendenze, qui a Paestum invece si è dialogato con una visione più ampia”. Bouchenaki ha proseguito: “Ho seguito la guerra in Iraq, ero lì due volte immediatamente dopo la presenza americana a Bagdad, dopo la distruzione del museo e gli attacchi ai siti archeologici. Ho partecipato alle celebrazioni dei 40 anni della creazione del corpo speciale militare per la difesa del patrimonio. E Paestum -sottolinea Bouchenak - porta tutto questo all’attenzione del mondo. L’antica Posidonia è l’unico posto in cui abbiamo avuto un contatto con Mouhamed Al Khaddour, presidente della Federazione delle Camere del Turismo della Siria. La Borsa ha aperto una finestra sull’archeologia mondiale e sullo sviluppo del turismo culturale. Ora bisogna trasmettere questo lavoro ai giovani, informare e sensibilizzare. La Borsa è in prima linea su tutto questo”.
Vent’anni d’iscrizione nella Lista Unesco anche per Troia, nell’Asia Minore. "Una scelta dettata per il suo valore eccezionale sulle relazioni con l'antico e per i lavori degli archeologi tedeschi ed inglesi sul sito", dice Bouchenaki. Per l’occasione la Turchia, dove si trova adesso il luogo che fu teatro della guerra narrata nell’Iliade, ha deciso di dedicare un intero anno di celebrazioni alla città, proponendo nuovi itinerari, convegni, mostre e, soprattutto, realizzando un grande museo nel parco nazionale di Troia sulla collina di Hissalrik dove Hainrich Schliemann portò alla luce negli anni 70 del 1800 le rovine della città cantata da Omero. E’ il primo museo al mondo dedicato a Troia. Obiettivo del governo turco è raddoppiare le presenze al sito che oggi registra circa 500mila visitatori all’anno.
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