Culture

Paestum, venuti alla luce capitelli, triglifi e colonne di un edificio dorico

Eduardo Cagnazzi

La scoperta durante i lavori di pulizia della cinta muraria lunga circa cinque chilometri. Un intervento di riqualificazione finanziato con fondi europei

Togliendo quello che negli anni era divenuta una vera e propria giungla che copriva il versante occidentale delle mura di Paestum, gli archeologi del Parco Archeologico si sono imbattuti in una scoperta del tutto inattesa: capitelli, colonne, cornicioni e triglifi di un edificio dorico nella città dei templi. La scoperta più sorprendente è un pannello, probabilmente una metopa, in arenaria decorata con tre rosette a rilievo, come sono note anche in altri edifici dorici costruiti tra VI e V sec. a.C. a Paestum e nel suo territorio. I lavori di pulizia delle mura sono stati avviati pochi giorni fa nell’ambito di un progetto europeo finanziato con fondi strutturali e funzionale al restauro e alla riqualificazione della cinta muraria dell’antica Paestum, lunga circa cinque chilometri.

Gli elementi architettonici, di estremo interesse anche per la presenza di tracce di intonaco e pittura color rosso, sembrano essere stati accumulati lungo le mura nell’ambito di lavori agricoli a partire dagli anni ’60. Sembrano appartenere ad un edificio di dimensioni minori- un tempietto o un portico (stoà)- che risalirebbe allo stesso orizzonte della Tomba del Tuffatore e del Tempio di Athena (fine VI/inizi V sec. a.C.).  

Come spiega il direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel, la zona in passato ha restituito una stipe votiva, con statuette fittili di divinità femminili in trono e frammenti ceramici databili tra VI e III sec. a.C. Si trova nelle vicinanze di quello che con molta probabilità era il kerameikos dell’antica Poseidonia, il quartiere artigianale dove si fabbricavano i famosi vasi dipinti della città. “Ora, da qualche parte tra quartiere artigianale e cinta muraria doveva trovarsi il nostro edificio, un vero gioiello dell’architettura dorica tardo-arcaica.” Resta la domanda: dove esattamente. Il Parco, fa sapere il direttore, contestualmente al recupero degli elementi che sono stati trasportati in deposito dove saranno sottoposti a una serie di analisi e interventi di consolidamento insieme co le Soprintendenze interessate per concordare una strategia di intervento e di indagine condivisa.