Culture
Sorgenia, #sempre25novembre: apre la mostra delle Ri-belle
Sorgenia e La Grande Casa Onlus ancora insieme per un progetto a supporto delle donne vittime di violenza
Si inaugura oggi, in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, la mostra delle Ri-belle “Ogni mia casa”, un progetto de la Grande Casa scs onlus promosso e organizzato in collaborazione con Sorgenia
Contrastare la violenza di genere è quanto mai urgente. Se ne parla spesso e le scarpe rosse, simbolo della lotta, imperversano sui canali social, ancor più nella giornata odierna, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite con lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica.
Eppure, se la coscienza sembra aumentare, i numeri parlano di un fenomeno in aumento e restano allarmanti: secondo l’indagine ISTAT del 2019 negli ultimi 5 anni in Italia, 2 milioni 435 mila donne hanno subito violenza fisica o sessuale, 1 milione 517 mila donne hanno subito violenza fisica, 1 milione 369 mila donne hanno subito violenze sessuali (il 6,4%), 246 mila donne hanno subito stupri o tentati stupri. Nel 2018 sono stati 142 i femminicidi (+ 0,7% sull’anno precedente), di cui 78 per mano di partner o ex partner. Un vero e proprio bollettino di guerra, che peraltro registra solo le violenze che sono venute alla luce, mentre quelle taciute continuano a restare nell’ombra, ormai troppo scura.
Non ci sono insomma segnali di diminuzioni, tanto che Il Presidente Mattarella ha oggi parlato di “emergenza pubblica”. Pubblica non solo per estensione del fenomeno, ma per l’estensione della comunità coinvolte: è una battaglia educativa, intellettuale e sociale che deve portare in nuce una profonda rivoluzione culturale. Molte aziende, come Sorgenia, hanno deciso di prendere parte a quella che è, e deve essere percepita, come vera e propria battaglia condivisa: “Credo che sia giunto il tempo per le aziende di prendere una posizione forte sui temi sociali. Il nostro impegno è del tutto naturale e profondamente sentito. Abbiamo bisogno di una società più femminile e chiaramente la piaga della violenza contro le donne ci colpisce ogni giorno e la troviamo inaccettabile. Possiamo e dobbiamo fare qualcosa tutti quanti per fermare questo fenomeno. Da parte nostra cerchiamo di far sentire la nostra voce attraverso i social per portare consapevolezza e mobilitazione e per raccogliere dei fondi che con grande soddisfazione devolviamo a chi, come La Grande Casa Onlus e CNCA, si occupa ogni giorno di soccorrere e ridare speranza e dignità alle donne che escono da situazioni di violenza. Il coraggio delle donne di denunciare è il primo passo e la nostra campagna mira a stimolare la voglia di denuncia da parte di tutti e non solo delle donne maltrattate. Se riuscissimo a prevenire anche solo un caso di violenza sarebbe già tantissimo”, ha sottolineato l’Amministratore delegato di Sorgenia Gianfilippo Mancini.
Dietro ai numeri che abbiamo indicato, ci sono infatti storie ordinarie e ogni donna porta forse con sé un episodio, grave o meno, di sopraffazione. La violenza di genere ha infatti molte facce; la più comune resta quella domestica, comunemente consumata tra le mura di casa e in ambito familiare, attraverso minacce, atti persecutori, percosse, abusi sessuali fino ai delitti d'onore e all’ uxoricidio. Episodi di Stalker: pedinamenti, telefonate, invio di messaggi. Episodi di violenza assistita, nella quale si annovera qualsiasi forma di violenza che subisce la madre in presenza dei figli. Quest’ultimo è ancora un fenomeno sottovalutato nelle dimensioni e nelle conseguenze, ma rappresenta la seconda forma più diffusa di maltrattamento all’infanzia ed è cresciuto dal 60,3% al 65,2% (2015 CISMAI/ Terres des Hommes).
Un’altra grave forma di sopruso contro le donne è la violenza economica: a molte donne vittime di violenza viene infatti vietato di intraprendere attività lavorative esterne all'ambiente domestico, e per questo si trovano costrette a rinunciare alla propria autonomia. Anche per questo è fondamentale parlare di gender diversity: “All’interno della nostra azienda siamo perfettamente consapevoli che le donne hanno moltissimo da portare: circa il 50% del nostro personale è femminile. Siamo inseriti nelle prime dieci aziende per l’inserimento e il ruolo delle donne. Crediamo che ci sia molto bisogno di sensibilità, professionalità e competenze femminili, e questo per il bene del business oltre per avere una società più equa, civile e sostenibile” conclude Mancini.
“La violenza contro le donne è in aumento: è assolutamente importante non perdere di vista la necessità di lavorare culturalmente, di affiancare le reti antiviolenza e costruire un sistema che preveda il mantenimento dei centri antiviolenza e le case di rifugio, ma anche la possibilità di allargare lo sguardo al mondo che sta fuori: non è una questione degli addetti ai lavori, ma una cosa che riguarda la società civile tutta”, ha spiegato Livia Marelli, Direttore Generale de La Grande Casa scs onlus e membro dell’esecutivo nazionale CNCA , che aggiunge: “Per questo siamo molto orgogliosi della collaborazione con Sorgenia, non solo per l’impegno economico, ma soprattutto perché questo ci permette di allargare lo sguardo, facendo sì che altri mondi riescano a cogliere l’importanza di lavorare culturalmente per la pace e il rispetto. È molto importante riuscire a trasmettere la necessità di sostenere queste reti, dall’altra di riuscire a far comprendere che uscire dalle violenze è possibile, ma siamo tutti coinvolti, a partire dall’educazione dei più piccoli. Non bisogna guardare dall’altra parte, ma farsi parte attiva, proprio come società civile”.
Jessica Notaro, che insieme a Bebe Vio è protagonista della campagna promossa sui canali social con il video “Lascia un segno di Vita”, ha detto: “La sensibilizzazione è fondamentale, ma non basta: dobbiamo essere appoggiati dalle leggi e dallo Stato per poter migliorare il lavoro di prevenzione. Si può uscire dalla violenza ma non si può fare da soli, bisogna parlarne con le persone giuste, con gli esperti che trattano la manipolazione affettiva e imparare a parlarne con gli amici o i familiari senza provare vergogna, perché è un problema della società intera”.
Il primo passo, importante ma difficile, è infatti quello di parlarne. Uscire dal guscio di solitudine e disperazione, come suggerisce la Notaro. Il telefono rosa 1522 è in grado di fornire, in maniera del tutto anonima, un primo supporto, rispondere a dubbi e indicando il Centro Antiviolenza più vicino. Nei centri antiviolenza ci sono operatrici in grado offrire supporto psicologico, consulenza legale e protezione, anche immediata.
“Ogni mia casa”, la mostra delle Ri-belle
Un posto protetto, un luogo dell’anima: questo dovrebbe essere una “casa”, eppure non è sempre così. Casa come nido, approdo sicuro, rifugio ma anche gabbia: tutto questo, e molto altro, si racchiude nelle opere delle donne che hanno partecipato al laboratorio artistico curato dall’illustratrice Elisabetta Reicher, che ha commentato: “Il percorso artistico è nato perché le educatrici avevano bisogno di un linguaggio complementare alla parola da utilizzare. Ri-belle è la riscoperta della bellezza nelle opere che le donne hanno creato. In questa edizione ho proposto l’idea della casa, sia per collegarlo con il nome della onlus, sia perché la casa può essere un luogo fisico, ma anche una condizione. Le donne così si sono sentite libere di esprimere le loro emozioni, non necessariamente belle”.
“La tridimensionalità dell’opera è stata pensata perché mi sembrava riduttivo ritrarre solo un pensiero della casa”, spiega ancora l'artista. La sfaccettatura delle emozioni rivive nelle pareti dipinte, nelle finestre abbozzate, così come negli spazi chiusi e talvolta angusti, ma che rivelano la forza di ricercare la libertà.
“Quando un pensiero si traduce in un’immagine si ci scontra inevitabilmente con la tecnica: ci sono dei colori che colano, sbavature, imprevisti che diventano il bello dell’opera”, conclude la curatrice, a testimonianza del carattere prodigioso della bellezza tirata fuori da una storia imperfetta o sbagliata. Tra le pareti di queste piccole case si coglie una grande voglia di rivalsa, di riappropriarsi di un’identità ferita, come la bellezza di ritinteggiare le pareti in un giorno di primavera, che nessuno può strapparci.