Economia
John Elkann entra in Meta e si libera del fardello Stellantis: tutti gli affari del nipote di Gianni Agnelli fuori dall’automotive
Elkann nel board di Meta accanto a Zuckerberg. Dalla guida di Stellantis al lusso, fino al tech e all’IA: la mossa del patron che ora punta a conquistare i social media
John Elkann: da erede Agnelli a leader del tech e del lusso, lontano dall’automotive
John Elkann non ha mai nascosto il suo disinteresse per il rombo dei motori e l’odore di saldatrici. Bulloni, tute blu e capannoni non sono il suo habitat. E se il nonno Gianni, l'Avvocato, aveva fatto della Fiat un simbolo dell’Italia industriale, costruendo il proprio impero a Torino, Elkann sembra deciso a chiudere quel capitolo. Il vero obiettivo del patron di Stellantis sembra un altro: portare l’eredità degli Agnelli lontano dalle catene di montaggio. E la direzione è chiara: lusso, tecnologia, sanità e intelligenza artificiale.
D'altra parte con la sua Exor, il nipote di Gianni cresciuto in Svizzera, ha già da tempo intrapreso una trasformazione radicale della holding, investendo nel biomedicale con Philips e nel lusso con Christian Louboutin e Shang Xia. Ora è il turno della tecnologia. Il suo ingresso nel consiglio di amministrazione di Meta – annunciato ieri da Mark Zuckerberg stesso su Facebook – è l’ennesimo passo in questa direzione, e sul quale Elkann non ha dubbi: “Sono onorato di contribuire al futuro di una delle aziende più significative del XXI secolo”, ha sottolineato.
Con lui Zuckerberg non guadagna solo una rete globale di contatti, ma un accesso diretto alle dinamiche politiche e imprenditoriali europee. Da tempo Meta cerca legittimazione per affrontare la regolazione sempre più severa dell’Europa, ed Elkann è l’uomo che può aprire quelle porte che a Zuckerberg restano chiuse. Ma c'è anche una lettura più strategica: l'interesse di Elkann per i social media. L’ingresso in Meta non sarebbe per lui solo un affare economico, ma una mossa per acquisire controllo su piattaforme che possono rafforzare i propri interessi industriali, estendendo il potere sugli algoritmi che decidono cosa leggiamo e guardiamo.
Tuttavia non tutti applaudono alla mossa di Elkann e c’è chi lo accusa di aver tradito le sue radici industriali: questo perché mentre le fabbriche arrancano (nel 2024 la produzione di Stellantis è tornata ai livelli del 1956), John guarda altrove. Dal suo canto però, sembra avere le idee chiare e per lui gli investimenti nel tech, come quello nell'intelligenza artificiale, non sono di certo una novità. Già mesi fa il patron di Exor aveva firmato un accordo con Sam Altman per far accedere ChatGPT ai contenuti in italiano delle testate Gedi, usando l’IA per migliorare l’interazione dei lettori con le notizie e spingersi oltre.
L’editoria, però, è solo un tassello di un piano ben più ampio di Elkann. Anche l’automotive, nel caso dell'IA, è diventato terreno fertile per la sua visione. E proprio in occasione della Italian Tech Week 2024, nel suo incontro con Altman, si era parlato di come l’Intelligenza artificiale potesse ridisegnare il futuro dell’industria, e non a caso Altman aveva fatto tappa a Maranello prima di salire sul palco a Torino per discutere di tecnologie vocali avanzate e strumenti per migliorare l’efficienza degli ingegneri Ferrari.
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Questa strategia segna chiaramente la globalizzazione degli obiettivi di Elkann, che negli anni ha progressivamente ridotto l’importanza dell’Italia nel business automobilistico. Con Exor, Elkann ora controlla il 14,9% di Stellantis, il 23% di Ferrari, il 26,9% di CNH, il 27% di Iveco e il 17% di Philips. A questo si aggiungono il 34,7% del settimanale The Economist e il 100% di Gedi, che pubblica quotidiani come Repubblica e La Stampa. Nel portafoglio di Exor non c'era, però (fino ad ora) nessuna traccia di aziende affini a Meta, ed Elkann ha pensato subito di colmare quel vuoto.
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Di fabbriche e scioperi, John non ne può più. E forse non ha mai avuto davvero la stessa passione per l’industria del nonno. Non si accontenta più di fare impresa come una volta: vuole abbattere il vecchio sistema e ricostruirlo a modo suo. E ora, con l’ingresso nel Cda di Meta, la sua strategia prende una piega ancora più intrigante. Elkann vuole portare l’innovazione in ogni angolo del suo impero, con una visione spietata del futuro, e cercando di scappare dai capannoni industriali di Stellantis per sedersi nei salotti dorati della Silicon Valley.