Economia

Agroalimentare, il 50% della manodopera nelle mani degli immigrati

di Redazione Economia

L'agricoltura è il settore più a rischio sfruttamento: i lavoratori provengono principalmente da Romania, Marocco, India, Albania e Senegal

Fino al 50% di manodopera straniera dietro il Made in Italy alimentare

L'eccellenza dell'agroalimentare made in Italy è venerata in tutto il mondo, eppure dietro ci cela una realtà ben più oscura. Circa il 50% della manodopera impiegata nel settore è di origine straniera, anche se i dati ufficiali parlano di immigrati occupati che arrivano a quasi 362.000 alla fine del 2022, e coprono il 31,7% delle giornate di lavoro registrate.

Dati "distorti" quelli sul numero di immigrati in agricoltura, ai quali va aggiunto il lavoro sommerso e le registrazioni fittizie. L'agricoltura è il settore più a rischio sfruttamento con quasi la metà dei provvedimenti giudiziari e inchieste condotte tra il 2017 e il 2021. Tuttavia, questa forza lavoro spesso rimane nell'ombra, nonostante il suo ruolo vitale nelle produzioni di qualità che caratterizzano il made in Italy agroalimentare.

Il rapporto 'Made in Immigritaly. Terre, colture, culture', commissionato dalla Fai-Cisl e rilanciato dal Sole 24Ore mette in evidenza una discrepanza tra i dati ufficiali e la realtà sul campo, dovuta alla presenza diffusa di lavoro non dichiarato e registrazioni inaccuratamente basse. 

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La diversità delle nazionalità coinvolte è un altro aspetto rilevante dello studio. I lavoratori provengono principalmente da Romania, Marocco, India, Albania e Senegal, con una notevole assenza delle nazionalità dei rifugiati. Tuttavia, si osserva anche  una carenza di investimenti nel facilitare il passaggio dalla cittadinanza economica a quella sociale e politica.

I casi studio territoriali inclusi nel rapporto forniscono uno sguardo approfondito sulla situazione in otto regioni italiane. Da Parmigiano Reggiano prodotto da lavoratori indiani a campagne di agrumi e pomodori nel Sud Italia, fino alla presenza di manodopera immigrata nelle imprese del comparto carni, emerge un quadro eterogeneo ma interconnesso.

Per quanto riguarda le imprese, si stima che ci siano circa 28.029 imprenditori agricoli stranieri in Italia, rappresentanti il 3% del totale nazionale, con una presenza femminile significativa, pari al 43%.

Il ministro dell'Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida, sottolinea l'importanza di pianificare l'arrivo e la formazione dei migranti per garantire pari opportunità e promuovere lo sviluppo nei loro paesi d'origine. Questo approccio è cruciale per affrontare le sfide delle migrazioni e sfruttare appieno il potenziale dei migranti come risorsa.