Economia
Auto green, industriali del Nord sul piede di guerra: "A rischio 70mila posti"
Le quattro grandi associazioni industriali del Nord (Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto) lanciano l'allarme sulla transizione dell'automotive
Transizione energetica, la ribellione della filiera dell'auto allo stop di benzina e diesel
Le associazioni industriali del Nord di Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto non ci stanno alla sospensione della produzione di motori a benzina e diesel entro il 2035. La decisione del governo di accettare questa data è del tutto "sconcertante", scrive La Stampa, riportando il malcontento dell'intera filiera dell'auto.
"Quell’orizzonte, scrivono in un comunicato i quattro presidenti, è sostanzialmente inattuabile allo stato odierno". Il motivo? "Senza l’indicazione di un’alternativa, o quantomeno l’introduzione di un principio di gradualità, la strada tracciata dalla Ue comporterà il blocco degli investimenti nei motori a combustione oltre alla sostanziale chiusura del mercato. Solo in Italia si rischiano di bruciare oltre 70 mila posti di lavoro entro il 2030", scrivono le associazioni.
"È sconcertante la mancanza di una progettualità chiara che consenta alle migliaia di aziende italiane del settore di adeguarsi gradualmente all’imposizione dell’Ue", continua Confindustria. In particolare, "l’attuale scadenza rischia di mandare ko il 50 per cento del settore della componentistica", concludono le quattro grandi associazioni del Nord.
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