Economia

Banca Marche si poteva salvare. La scomoda verità sul crac

Sapete la differenza tra azioni e obbligazioni? Le prime sono rappresentative del capitale di rischio, le seconde rappresentano un debito. E tra obbligazioni "senior" e "junior" o subordinate che dir si voglia? Le prime in caso di fallimento dell'emittente godono di una maggiore tutela, mentre le seconde vengono rimborsate solo se sono già stati rimborsati i creditori ordinari, tra cui i portatori di obbligazioni senior. Se già conoscevate le risposte il caso delle "banche salvate" e le polemiche di questi giorni vi interessano di striscio e fate parte di quel 37% di adulti "financially literate" emersi nel nostro Paese da una recente statistica curata da Standard & Poor's secondo cui il 54% degli americani possono definirsi tali, come pure il 42% dei greci e, mediamente, il 55% degli europei. Sapete cosa valutava la statistica? Il grado di conoscenza di soli quattro concetti (inflazione, tasso di interesse, capitalizzazione degli interessi e diversificazione del rischio), essendo sufficiente conoscerne tre per essere dichiarati "financially literate".

Che il problema della diffusa ignoranza finanziaria, in un paese che pure ha già sperimentato troppe volte sulla sua pelle cosa significhi investire in base esclusivamente alla fiducia che si ripone nell'intermediario di turno (ricordate i casi Cirio, Parmalat, Lehman Brothers, Argentina o Deiulemar?), sia alla radice di qualsiasi tentativo di realizzare una fattiva tutela del risparmio pubblico è evidente, come è evidente che a poco o nulla servono le commissioni d'inchiesta "ex post", salvo che non siano in grado di individuare chi decise di far collocare anche a piccoli investitori poco o nulla "financially literate" obbligazioni subordinate. Ma la tutela del pubblico risparmio è evidentemente l'ultimo dei problemi in un paese pieno di contraddizioni dove la vendita di azioni di alcuni emittenti (gli otto "veicoli d'investimento" i cui titoli sono quotati sul Segmento Professionale del Miv) è riservata ad investitori professionali, mentre derivati e obbligazioni subordinate sono senza troppe difficoltà collocate nei portafogli della clientela retail.

E dove, come ha ricordato il banchiere ed ex ministro Rainer Masera (chiamato alla guida di Banca Marche nell'estate del 2013 ma dimessosi dopo tre mesi), Banca Marche si sarebbe potuta salvare due anni e mezzo fa con un aumento di capitale da 450 milioni, che non si fece, o dall'emissione di strumenti come i "Monti bond" che salvarono il Montepaschi (che però non vennero concessi a Banca Marche secondo Masera). Anche i risparmiatori, del resto, hanno la loro parte di colpa. Dovrebbe essere chiaro a chiunque, ad esempio, che un titolo di un emittente privato (banca o azienda che sia) non potrà mai essere più sicuro di un titolo di stato del paese dell'emittente, se non altro perché prima di andare in default uno stato sovrano ha la possibilità di ricorrere a prelievi forzosi, cosa che non può fare un debitore privato. Così come che anche l'azione (o obbligazione subordinata) dell'emittente più solido al mondo, e non è certamente il caso delle banche italiane di minori dimensioni, potrebbe diventare carta straccia per motivi non prevedibili al momento dell'acquisto del titolo da parte dell'investitore.