Economia

Prestiti delle banche alle imprese fermi al palo. Bollette, allarme liquidità

Rapporto mensile sul credito realizzato da UNIMPRESA



Lo stock dei prestiti al settore privato, secondo quanto emerge dal rapporto, è passato da 1.316,7 miliardi di giugno 2021 a 1.344,2 miliardi di giugno 2022, in aumento di 27,5 miliardi (+2,09%). Nel dettaglio, i prestiti alle aziende sono rimasti sostanzialmente stabili, passando da 666,1 miliardi a 669,1 miliardi, in crescita di 2,8 miliardi (+0,43%). Sono saliti di 9,2 miliardi (+6,31%) i prestiti a breve termine, da 145,8 miliardi a 155,1 miliardi, mentre sono calati sia i prestiti a medio periodo (fino a 5 anni) da 159,1 miliardi a 154,4 miliardi con una riduzione di 4,7 miliardi (-2,98%) sia quelli a lungo periodo (oltre 5 anni) da 361,1 miliardi a 359,4 miliardi con una diminuzione di 1,5 miliardi (-0,44%).

''Questo tipo di lettura delle statistiche non viene condiviso dalle associazioni delle banche, che, tuttavia, si limitano a fornire il solo dato relativo alla variazione percentuale, sostenendo che il calo dello stock sarebbe legato anche alle cartolarizzazioni e altre cessioni di crediti deteriorati'', osservano gli analisti di UNIMPRESA, i quali tuttavia ritengono si tratti ''di una impostazione che consente di scattare una fotografia parziale rispetto alla dinamica degli impieghi e che, pertanto, potrà eventualmente essere presa in considerazione soltanto quando sarà eventualmente fornita la più ampia informazione su queste operazioni''. Per quanto riguarda le famiglie si è registrata, in base ai dati dell'associazione, una crescita complessiva di 24,6 miliardi (+3,78%) da 650,5 miliardi a 675,1 miliardi. Sono aumentati tutti i tipi di finanziamento alle famiglie, ma in particolar modo il credito al consumo e i mutui: il credito al consumo è cresciuto di 4,5 miliardi (+4,20%) da 108,9 miliardi a 113,4 miliardi; i mutui sono saliti di 18,6 miliardi (+4,66%) da 401,1 miliardi a 419,8 miliardi, mentre i prestiti personali sono aumentati di 1,3 miliardi (+0,96%) da 140,5 miliardi a 141,8 miliardi.

Sul versante dei crediti deteriorati, rileva ancora UNIMPRESA, lo stock totale delle sofferenze è passato da 48,5 miliardi di giugno 2021 a 35,1 miliardi di giugno scorso, in discesa di 13,5 miliardi (-27,85%). Sono diminuite di 10,8 miliardi (-35,34%) le sofferenze legate alle aziende, calate da 30,8 miliardi a 19,9 miliardi e sono scese anche quelle riconducibili alle imprese familiari, ridotte di 1,4 miliardi (-37,40%) da 3,9 miliardi a 2,4 miliardi. Più contenute le diminuzioni delle rate non pagate di prestiti alle famiglie, calate di 319 milioni (-2,82%) da 11,3 miliardi a 11 miliardi. Le altre sofferenze (pubblica amministrazione, onlus, assicurazioni, fondi) sono invece calate di 824 milioni (-33,95%) da 2,4 miliardi a 1,6 miliardi. Le sofferenze nette (quelle non coperte da garanzie reali) sono calate di 1,6 miliardi (-9,62%) da 17,6 miliardi di giugno 2021 a 16 miliardi di giugno 2022. Il rapporto tra sofferenze nette e prestiti è passato dall'1,34% all'1,19%, mentre il rapporto tra sofferenze lorde e prestiti è passato dal 3,69% al 2,61%.