Economia
Banche italiane, redditività depressa: il Covid azzera 10 miliardi di profitti
Solo Intesa e Mediobanca tengono botta, per Unicredit e Mps "rosso" da 4,5 miliardi. Banche medie con redditività al lumicino. E nel 2021 la sfida degli Npl
BANCHE MEDIE CON ROE AL LUMICINO
Per le banche medie si ripropone il tema della redditività sempre al lumicino. Banco Bpm ha chiuso il 2020 con un utile netto di soli 21 milioni. Anche tolte partite straordinarie l’utile normalizzato si ferma a 330 milioni meno della metà dei 797 milioni del 2019. Anche qui ad affondare la profittabilità le nuove rettifiche sui crediti per 1,34 miliardi con un sonoro +71% sul 2019.
Le due valtellinesi contribuiscono per poche centinaia di milioni. 113 milioni il Creval e 106 per la Popolare di Sondrio. Altri 200 milioni di profitti li porta a casa il Credem. La Bper segna 245 milioni di utili in contrazione del 35% sull’anno precedente. Alla fine il plotone delle banche cosiddette medie apporta al monte profitti del sistema poco meno di 500 milioni. Su patrimoni netti e attivi di decine di miliardi è ben poca cosa e segna ancora una volta la difficoltà delle banche medie a dare ritorni di redditività che superino il costo del capitale.
GLI EXPLOIT DI INTESA E MEDIOBANCA
Solo Intesa-Sanpaolo e Mediobanca tengono a galla il sistema. La banca guidata da Carlo Messina ha prodotto nell’anno della pandemia 3,27 miliardi di utile netto contabile. Mediobanca porta in dote (bilancio semestrale) 410 milioni di nuovi utili. Di fatto, Messina e Nagel neutralizzano i pessimi conti in rosso di Unicredit e Mps. Un sistema bancario che si regge di fatto solo su due grandi attori denota l’estrema fragilità del comparto.
Che oggi è sicuramente messo meglio sul piano del capitale (con esclusione della sola Mps) rispetto alla crisi del 2008-2009 e delle code velenose del 2011 e 2015-2016. Ma dovrà affrontare gioco forza la nuova tornata di aumento delle sofferenze dell’era Covid nel 2021-2022.
Non sarà un’ecatombe come nel biennio nero del picco delle sofferenze (2015-2016) ma di sicuro finirà per deprimere ancora una volta la redditività delle cosiddette banche medie. Che stentano strutturalmente a superare livelli di Roe del 2-3%, troppo bassi per remunerare gli azionisti e soprattutto creare valore. La nuova febbre da fusioni che ha contagiato il settore trova nella bassa profittabilità delle piccole banche il suo terreno fertile.