Economia
Banco BPM: utile netto da record, +94% nei primi nove mesi
I primi nove mesi del 2023 hanno visto Banco BPM registrare un risultato netto record di 943,4 milioni di euro
Banco BPM, utile 9 mesi balza a 943 milioni
Banco Bpm ha chiuso i primi 9 mesi del 2023 con un utile netto record di 943 milioni di euro, in crescita del 93,6% rispetto allo stesso periodo del 2022. Tra gli altri dati, informa una nota, il margine di interesse raggiunge il livello più alto mai registrato, risultando pari a 2,422 milioni, con una crescita del 52,3% rispetto al 30 settembre 2022 e del 7,3% rispetto al secondo trimestre 2023.
Il risultato della gestione operativa sale a 2,035 miliardi rispetto a 1,557 milioni del corrispondente periodo dell’esercizio precedente con un incremento del 30,7%. A livello patrimoniale gli impieghi netti performing “core” (costituiti da mutui, finanziamenti, conti correnti e prestiti personali) si attestano a 99,1 miliardi con un volume di nuove erogazioni per 14,6 miliardi; la raccolta diretta risulta pari a 124,5 miliardi in incremento dello 0,8% rispetto a fine 2022; la raccolta indiretta raggiunge i 100,0 miliardi, in crescita di 8,7 miliardi rispetto al 31 dicembre 2022.
Per l’intero esercizio Banco Bpm conferma un "significativo miglioramento" dell’utile netto del gruppo rispetto allo scorso anno, con un Eps 2023 superiore a 80 centesimi di euro, in ulteriore rafforzamento per il 2024, "superando significativamente sia la traiettoria di redditività che i target complessivamente delineati nel Piano Strategico", che sarà oggetto di aggiornamento e di presentazione al mercato il 12 dicembre prossimo.
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Banco Bpm non pagherà la tassa sugli extraprofitti e accantonerà a riserva non distribuibile 378 milioni di euro. "Il cda di Banco Bpm - afferma una nota - ha deliberato di proporre all’assemblea dei soci, in sede di approvazione del bilancio 2023 e di riparto dell’utile d’esercizio, di destinare a una riserva non distribuibile un importo di circa 378 milioni, corrispondente a 2,5 volte l’ammontare della predetta imposta (pari a circa 151 milioni), in luogo del versamento dell’imposta stessa. Analoga indicazione è stata data alle banche controllate interessate dal provvedimento, con una conseguente destinazione a riserva non distribuibile da parte delle banche del gruppo Banco Bpm di un ammontare pari complessivamente a circa 381 milioni di euro".
Per quanto riguarda la strategia di gestione dei crediti deteriorati, afferma la nota, il gruppo ha impresso un’ulteriore accelerazione al processo di derisking attraverso l’incremento degli obiettivi di cessione, deliberato dalla Capogruppo nel corso trimestre, da circa 700 milioni a circa 900 milioni di euro che consentirà di raggiungere un’ulteriore contrazione dei non performing loans. Al 30 settembre 2023 l’incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei crediti lordi si è ridotta al 3,2% dal 3,9% del 30 settembre 2022. Il costo del credito, in riduzione a 47 pb annualizzati rispetto a 62 pb di fine 2022, rappresenta il livello più basso registrato dalla nascita del Gruppo Banco Bpm.
Relativamente alla posizione patrimoniale la Bce ha comunicato al gruppo Banco Bpm l’autorizzazione ad applicare il cosiddetto “Danish Compromise”, che consente di accedere ai benefici relativi al trattamento prudenziale dell’investimento partecipativo in compagnie assicurative ai fini del calcolo dei coefficienti patrimoniali consolidati, con decorrenza dalle segnalazioni di vigilanza riferite al 31 dicembre 2023. Tenendo conto dei benefici derivanti dall’applicazione del “Danish Compromise”, la posizione patrimoniale vede il CET 1 Ratio al 14,9% e un MDA buffer a 620 pb.
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