Economia

Taglio del cuneo, Bankitalia boccia la proroga: "Un problema"

di Redazione Economia

"Accrescerebbe l’incertezza sull’evoluzione futura dei conti pubblici".

Def: Bankitalia conferma +0,6% Pil nel 2024 ma rischi al ribasso. Sui conti pubblici occhio al cuneo fiscale

"Un’ulteriore proroga di natura temporanea degli sgravi contributivi accrescerebbe l’incertezza sull’evoluzione futura dei conti pubblici". Lo ha sottolineato Sergio Nicoletti Altimari, capo dipartimento Economia e Statistica di Bankitalia, nel corso dell'audizione sul Def in Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato.  "Rendere strutturali gli sgravi aprirebbe due questioni rilevanti. In primo luogo - osserva l'esponente Bankitalia - verrebbe meno a livello aggregato l’equilibrio tra entrate contributive e uscite per prestazioni che, nel medio periodo, caratterizza il nostro sistema previdenziale e ne rappresenta un punto di forza. In secondo luogo, senza una modifica della struttura degli sgravi, i lavoratori con redditi prossimi alle soglie al di sotto delle quali si matura il beneficio continuerebbero a essere penalizzati da elevate aliquote marginali effettive, con effetti potenzialmente distorsivi dell’offerta di lavoro". 

"La crescita sarebbe rimasta modesta nei primi mesi dell'anno in corso e la produzione manifatturiera sarebbe diminuita nel primo trimestre frenata dalla fiacchezza della domanda per contro l'attività avrebbe beneficiato di un recupero nei servizi e un'ulteriore espansione delle costruzioni". Ha sottolineato Altimari. 

"Secondo le nostre proiezioni, diffuse all’inizio di aprile, la crescita sarebbe quest’anno dello 0,6 per cento e si collocherebbe in media poco al di sopra dell’1 per cento nel prossimo biennio". "Se si esclude la correzione per le giornate lavorative, il nostro quadro macroeconomico prefigura una crescita dello 0,8 per cento per quest’anno, dello 0,9 il prossimo e dell’1,3 per cento nel 202. Esso - ha osservato l'esponente di Bankitalia - si discosta pertanto solo lievemente da quello presentato nel Def. La stima del Governo per quest’anno sconta una valutazione più favorevole delle componenti interne della domanda, in particolare dei consumi, sia pubblici sia privati, e un rimbalzo delle scorte. Per il prossimo biennio si prospetta una dinamica degli investimenti più elevata di quella da noi prefigurata". Nel complesso, secondo l'istituto di Via Nazionale, "gli andamenti macroeconomici delineati dal DEF alla base del quadro tendenziale di finanza pubblica sono ricompresi nel ventaglio delle proiezioni dei principali previsori, collocandosi tra quelli più positivi" ma "i rischi per la crescita rimangono prevalentemente orientati al ribasso". 

"Nell’introdurre nuovi schemi di incentivazione occorrerà peraltro evitare di ripetere gli errori che hanno caratterizzato alcune misure recenti, in particolare l’esperienza del Superbonu. Le ripetute revisioni al rialzo delle stime di costo di misure del passato - ha spiegato l'esponente Bankitalia - generano inevitabilmente incertezza. Per contribuire a dissiparla occorrono informazioni su alcune variabili molto rilevanti per l’evoluzione dei conti, in particolare quelle relative agli incentivi edilizi che si prevede matureranno nel 2024-25 e ai tempi degli investimenti del Pnrr".   Secondo l'istituto di Via Nazionale, "la politica di bilancio sarà chiamata, oltre a reperire risorse per le 'politiche invariate' che si deciderà di perseguire, anche a finanziare le transizioni digitale e verde. Per raggiungere gli obiettivi a queste connessi, infatti, sembra necessario rafforzare gli investimenti pubblici in innovazione, il sistema di incentivi alla ricerca e sviluppo e all’efficientamento energetico".

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"Non solo, per la prima volta nella nostra storia (e in violazione di una legge italiana, quella di contabilità nazionale), un governo non dimissionario sceglie di non fare il quadro programmatico del Def". Lo dichiara Luigi Marattin, capogruppo di Italia Viva in Commissione Bilancio alla Camera. "Ma pure il quadro tendenziale, 13 giorni dopo l’approvazione del Def da parte del governo, viene smentito dall’Istat. Che dice che il deficit 2023 non è 7,2% come dice il governo ma 7,4%. Il governo è allo sbando. Qui il problema non è il fascismo, ma la totale incapacità di governare", conclude. 

"In vista dell’arrivo in aula a Palazzo Madama del Dl Pnrr e del voto sul Def il gruppo del Pd al Senato organizza, per domani martedì 23 aprile, una conferenza stampa per fare il punto sulle scelte del governo alla luce della drammatica situazione dei conti pubblici". E' quanto si legge in una nota. "Alla conferenza stampa, che si svolgerà nella sala Caduti di Nassyria di Palazzo Madama, alle ore 12.30, interverranno il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia e i senatori dem della commissione Bilancio Daniele Manca, Beatrice Lorenzin, Antonio Misiani e Antonio Nicita".

"Il contributo fornito da una attuazione piena ed efficace degli investimenti del Pnrr che a partire da questo anno dovrebbero accelerare è quanto mai decisivo per conseguire i tassi di sviluppo delineati nel quadro del Governo". Lo ha sottolineato Sergio Nicoletti Altimari, capo dipartimento Economia e Statistica di Bankitalia, nel corso dell'audizione sul Def in Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato. 

"La spesa sanitaria in rapporto al prodotto rimarrebbe sostanzialmente invariata fino al 2027 (intorno al 6,3 per cento). In prospettiva, andranno tuttavia attentamente gestite le pressioni sulla spesa sanitaria che potranno derivare dell’evoluzione dall’invecchiamento della popolazione". Lo ha sottolineato Sergio Nicoletti Altimari, capo dipartimento Economia e Statistica di Bankitalia, nel corso dell'audizione sul Def in Commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato.