Economia
Bce, Lagarde tra certezze e timori: tassi invariati ma l'inflazione galoppa
La BCE ha giudicato l'inflazione “ampiamente in linea” con le tendenze delineate nelle proiezioni di giugno, giustificando lo status quo
Bce, Lagarde tra certezze e timori: tassi invariati ma l'inflazione galoppa
Come ampiamente previsto, la BCE ha lasciato invariati i tassi di interesse nella riunione odierna del Consiglio direttivo (CG). La sessione di domande e risposte che ha seguito la decisione è stata in gran parte un “da un lato, dall'altro”: da un lato, la fiducia del Consiglio direttivo che l'inflazione convergerà verso l'obiettivo nel medio termine sembra ancora forte; dall'altro, l'inflazione rimane apparentemente troppo alta, il che invita alla cautela.
Nella dichiarazione rilasciata dopo la riunione, la BCE ha giudicato l'inflazione “ampiamente in linea” con le tendenze delineate nelle proiezioni di giugno, giustificando lo status quo. Sul fronte della crescita, tuttavia, è stato rilevato che i recenti indici dei responsabili degli acquisti (PMI) indicano un rallentamento del ritmo di espansione nel 2° trimestre e che i rischi per la crescita economica sono inclinati verso il basso (mentre a giugno erano stati considerati “equilibrati” nel breve termine).
I commenti del comunicato sull'inflazione a breve termine sono stati equilibrati. Da un lato, l'inflazione di fondo appiccicosa di maggio è stata considerata come dovuta a “fattori una tantum”, mentre la maggior parte delle misure è rimasta “stabile o in calo a giugno”. L'impatto inflazionistico dell'elevata crescita dei salari è stato attenuato dai profitti. D'altra parte, secondo il comunicato, “le pressioni sui prezzi interni rimangono elevate, l'inflazione da servizi è elevata ed è probabile che il livello di inflazione complessiva rimanga al di sopra dell'obiettivo anche nel prossimo anno”.
Se gli sviluppi a breve termine invitano alla cautela, la Presidente della BCE Christine Lagarde è sembrata più fiduciosa sulle prospettive di inflazione a medio termine. Ha affermato che il recupero dei salari avverrà per lo più quest'anno a causa dei processi di contrattazione salariale ritardati e diffusi in Europa, ma che la crescita dei salari dovrebbe moderarsi nel 2025 e 2026. Inoltre, ha sottolineato che il calo dei profitti unitari ha contribuito ad assorbire parte dell'aumento del costo del lavoro unitario e a smorzare la dinamica dei prezzi interni. In prospettiva, la ripresa dovrebbe essere rafforzata dall'aumento della produttività.
Alla domanda su un possibile taglio dei tassi a settembre, Lagarde ha rifiutato di impegnarsi in anticipo, affermando che “quello che faremo a settembre non è ancora stabilito” e sottolineando che la BCE rimane dipendente dai dati. Vale la pena notare che i mercati valutano all'80% la possibilità di un taglio dei tassi a settembre. In questo contesto, è stato interessante sentire la Lagarde sottolineare che il Consiglio di amministrazione ha concordato all'unanimità con la proposta del capo economista di lasciare i tassi invariati oggi e che la valutazione si basa sulle aspettative del mercato per i tassi di interesse futuri, che prevedono tre tagli dei tassi entro la metà del 2025.
Nel complesso, la BCE si attiene al suo approccio basato sui dati, riunione per riunione. I dati chiave da tenere d'occhio durante l'estate sono i rapporti PMI e sull'inflazione di luglio e agosto, nonché i dati sui salari negoziati del 22 agosto.
Continuiamo a ritenere che, a meno di grosse sorprese nei dati in arrivo e di modifiche alle proiezioni dello staff, la BCE taglierà nuovamente i tassi a settembre e dicembre, portando il tasso di deposito al 3,25%.
*Senior Economist di Pictet Wealth Management