Economia

Bce, le capriole politiche di Weidmann.Ecco tutte le volte che ha detto "nein"

Luca Spoldi

Il banchiere che ora punta alla Bce si è convertito in Zona Cesarini in maniera opportunistica al quantitative easing di Mario Draghi. Chi è Jens Weidmann



Assicurazione comune che ancora manca e che per Weidmann costituirebbe una condivisione indebita di rischi bancari tali da mettere a repentaglio i contribuenti tedeschi. Se ne parlerà, è da allora la posizione di Weidmann e della Germania, solo se e quando tutti gli stati dell’Eurozona non avranno totalmente spezzato il nesso tra rischio sovrano e rischio bancario. 

Cosa che potrà accadere, per i tedeschi, solo cambiando  le regole di valutazione del rischio dei titoli di stato nei bilanci bancari. E visto che dei 2.373 miliardi di debito pubblico oltre 387 miliardi sono ancora nelle casse della banche italiane, delle due l’una: o Roma ridurrà il suo debito e quindi la necessità di collocare nuovi titoli di stato, o le banche italiane troveranno il modo di “rifilarli” ad altri soggetti (magari alla propria clientela attraverso fondi comuni e gestioni patrimoniali). Altrimenti dovranno comunque rafforzare ulteriormente i propri patrimoni, tagliare ulteriormente i costi, cedere altri crediti deteriorati e così via, di fatto proseguendo con una stretta creditizia che soffocherà sul nascere ogni serio tentativo di ripresa dell’economia tricolore. Chissà se Weidmann ha cambiato idea anche su questo punto.