Economia

Bce, tornano i "falchi" della Bundesbank contro Lagarde sui tassi d'interesse

di Andrea Deugeni

Il neo presidente della banca centrale tedesca Joachim Nagel: "Se inflazione non migliora entro marzo, tassi su entro la fine del 2022"

A gennaio nell’Eurozona l’inflazione a sorpresa è aumentata ancora dal 5% di dicembre al 5,1%. E nell’ultima riunione del 3 febbraio del Direttivo dell’Eurotower, non escludendo come fatto a dicembre un aumento dei tassi entro fine anno, la Lagarde aveva alimentato le aspettative dei mercati su un'accelerazione dell'uscita dalla politica monetaria ultra-espansiva, provocando un balzo dei rendimenti per tutti i titoli di Stato, anche per il Bund. E spinto tutti gli analisti ad anticipare di circa un anno le previsioni sulla fine degli acquisiti dei titoli (ora attesa in media fra giugno e settembre) e sul rialzo dei tassi (previsto da molti a settembre e/o dicembre): Goldman Sachs e Deutsche Bank, per esempio, prevedono due incrementi già quest’anno da 0,25%, ciascuno in modo da riportare i tassi sui depositi a zero.

Qualche giorno più tardi, con l’impennata degli spread (quello Btp-Bund vicino ai 160), la Lagarde all’Europarlamento aveva cercato di gettare acqua sul fuoco (“L’inflazione calerà, gradualità sui tassi”) per ridurre lo strappo dei rendimenti.

Sul secondario, dopo la fiammata della scorsa settimana (oltre 160), il differenziale di rendimento tra Italia e Germania sul tratto decennale è tornato oggi a 154 punti base dai 157 della chiusura precedente. Grazie ancora a una volta all'intervento di un membro del comitato esecutivo della Bce, la tedesca Isabel Schnabel, economista sempre annoverata fra i falchi di Berlino, che ha voluto sottolineare come il processo di normalizzazione dell'Eurotower sarà graduale e guidato dai dati, e che l'inflazione alta dovrebbe calare progressivamente verso la fine dell'anno (in linea con quanto spiegato dalla Lagarde). In più, facendo anche un richiamo alla flessibilità da attivare alla bisogna da parte della Bce nella chiusura dei propri programmi di acquisti di titoli, fra cui i Btp. Fattore che ha allentato la pressione sugli spread, nonostante l'epifania “hawkish” di Nagel. 

Ma i falchi, Germania e Olanda in primis, sono in agguato. E infatti il differenziale Btp-Bund non ritorna in area 140, riconquistata grazie al Mattarella-bis

@andreadeugeni

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