Economia

Borsa, Equita: Pirelli, Brembo, Stm e il lusso. Chi è esposto al virus cinese

Andrea Deugeni

Il report di Equita sui possibili effetti del Coronavirus a Piazza Affari

Non ci sono solo i titoli del lusso come Ferragamo, Moncler e Tod's o i farmaceutici come Ricordati a subire gli effetti a Piazza Affari (in negativo per i primi e in positivo invece per il gruppo del pharma controllato dal fondo britannico Cvc Capital Partners) dell’epidemia di coronavirus scoppiata in Cina a Wuhan, virus che ha causato sei morti e ha iniziato a diffondersi su maggiore scala creando timori che possa diventare come la Sars, che uccise 800 persone in Asia alcuni anni fa e che aveva causato un impatto sui consumi domestici del Dragone.

remo ruffini
 

Secondo gli analisti di Equita Sim, una delle primarie Sim che operano nella City milanese, fra le azioni maggiormente esposte al mercato del Dragone e che nel medio periodo potrebbero subire gli effetti di un peggioramento della situazione di questa grave infezione delle vie respiratorie ci sono anche alcuni big player dell’industria tricolore come Stmicroelectronics, Brembo e Pirelli.

Dagli affari con la Cina, questi gruppi fanno derivare circa un terzo del proprio fatturato la società dei semiconduttori guidata da Jean-Marc Chery, il 12% dei ricavi invece il colosso dei freni di Alberto Bombassei e il 10% delle vendite il gruppo degli pneumatici amministrato da Marco Tronchetti Provera, società che nel capitale vede la presenza dell'azionista di controllo ChemChina. Un rallentamento economico come quello che avvenne nel 2003 quando la diffusione della Sars infierì un duro colpo all'economia della Cina, con una perdita del Pil di circa lo 0,8%, potrebbe avere degli effetti anche su quella parte del fatturato realizzato da questi gruppi ad estremo Oriente e quindi in ultima battuta sui risultati finanziari di fine anno. Eccezion fatta per Brembo, gli investitori hanno infatti premuto il tasto delle vendite su Stm e Pirelli. 

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Allargando lo sguardo all’intero Vecchio Continente, fra i titoli europei maggiormente esposti al mercato cinese poi ci sono Infineon (con un terzo dei ricavi totali), Seb e Danone (con il 25% del fatturato), Henkel (il 17%), DSM (12%) e Ingenico (con circa il 10%). Tornando a Piazza Affari, Equita poi ricorda come questa epidemia cada ora proprio a ridosso del Capodanno Cinese, un periodo importante di festa e di turismo per i cinesi da cui dipende circa il 35% della spesa nel settore del lusso, di cui circa i due terzi vengono effettuati fuori dalla Cina.

“Il timore di contrarre la malattia - spiega Paola Carboni, analista di Equita - potrebbe ridurre la propensione ai viaggi e impattare sul mood di spesa nella regione, come già riflesso ieri dai titoli di settore (in calo del 2-3%)". "Ricordiamo - prosegue l'esperta - che l’esposizione dei players del settore è piuttosto omogenea a circa 33-35% del fatturato, fatta eccezione per Brunello Cucinelli (che secondo Equita in Cina realizza il 12% dei ricavi, ndr) e Burberry (circa il 40%)”.

Equita ricorda come i
l "settore tratti a 24 volte il rapporto prezzo/utili atteso al 2021, con circa l'80% di premio nei confronti dell'indice europeo Stoxx 600. Nel 2003, all'epoca della Sars, l'esposizione ai consumatori cinesi era minore, sotto al 10%, oggi, per contro, notano ancora gli analisti, la capacità di controllo delle autorità sanitarie e aeroportuali risulta essere probabilmente più significativa. Sempre nel 2003 l'epidemia, scoppiata a marzo, già a a luglio e agosto era stata contenuta, con rapporto prezzo/utili al 2004 di settore passato da 20 volte a maggio a 22 volte di settembre".

@andreadeugeni