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Economia
Borsa, la Fed non fornirà un altro "scivolo": ecco su cosa puntare

I "tori " convinti, da parte loro, asseriscono che la Corporate America goda di ottima salute, sostenuta dai consumatori e da un mercato del lavoro che nonostante la tanto temuta recessione, rimane ancora forte. Tutto vero, certo, però non dobbiamo dimenticare che l'enorme quantità di risparmio accumulata negli Stati Uniti durante il periodo Covid (pari a circa 2,1 triliardi) si è ridotta di 1,6 triliardi marciando, e con essa i consumi, verso una faticosa normalizzazione. Inoltre, il mercato del lavoro comincia a dare qualche, seppur minimo, segnale di cedimento, mentre gli utili delle aziende verranno probabilmente impattati da costi di finanziamento più alti.

Non risentiamo ancora degli effetti dei rialzi dei tassi perchè le aziende hanno in cassa tuttora moltissima liquidità (raccolta quando il costo del denaro era basso e gli spread ai minimi), motivo per cui adesso stanno aspettando migliori condizioni per tornare sul mercato.

Ma davvero troveremo di meglio nel prossimo futuro?

Io non ne sarei così sicuro, visto che le banche presteranno sempre meno (le banche regionali per ovvi motivi di bilancio, le grandi per l'innalzamento dei ratios richiesti dai regulators) mentre sul mercato dei capitali, se la Fed dovesse abbassare i tassi, considerando che Powell continua a sostenere di non aver neanche finito con i rialzi, lo farebbe in quanto sorpreso dall’avvento di una brutta recessione e in quel caso probabilmente gli spread si allargherebbero in ogni caso, andando ad elidere il beneficio del ribasso dei tassi.

Qualcuno potrà obiettare e dire che la recessione, che sembrava dovesse arrivare nel secondo trimestre di quest’anno, in realtà non si è ancora vista. Vero. Tuttavia, occorre ricordare che si partiva da un livello di stimoli fiscali e monetari (2020-21) estremamente elevato, con la banca centrale che ha dovuto sospendere il drenaggio della liquidita (il tightening, contrario dell'easing), prima per i noti problemi delle banche regionali USA e poi per l'empasse sul debt ceiling, anche se adesso sembra decisa a riprenderlo. Pertanto, l’economia americana, dopo aver beneficiato negli anni in maniera importante di tutta questa liquidità a buon mercato, si è ritrovata con la cassa piena e al momento continua a beneficiare di questa “inerzia” pur ritrovandosi a fine corsa.

Gli ottimisti sostengono che, una volta esauritasi la corsa, la Fed tornerà subito accomodante per ripristinare il “goldilocks”, ovvero una leggera discesa che ti consente di pedalare senza faticare più di tanto. Io non ci scommetterei, però, perché è stato proprio l’eccesso di “scivoli” offerti all’economia che ci ha portati in questa situazione, ovvero con Main Street al servizio di Wall Street e non il contrario, come dovrebbe essere. Motivo per cui adesso Powell e soci sono molto più attenti ai livelli dell’inflazione che non al valore degli indici di Borsa, perché l’inflazione oltre certi limiti distrugge la ricchezza del cittadino medio.

E il Vecchio continente?

Anche in Europa i dati usciti nell'ultima settimana non sono stati molto confortanti, visto che sia il manifatturiero che i servizi sono in contrazione e la Lagarde sostiene che alzerà ancora i tassi a  luglio.

Non proprio una bella situazione se pensiamo che il Dax si trova sui massimi e la Germania ha già affrontato una recessione tecnica questo inverno. Di fronte a tutto questo, pertanto, viene da chiedersi non tanto "se", piuttosto "quando” si verificherà la tanto attesa recessione. Ed ecco, pertanto, perchè preferisco rimanere sottopesato di risky asset nonostante veda gli altri che continuano a divertirsi.

*Commento a cura di Michele De Michelis, Responsabile investimenti di Frame Asset Management, società indipendente focalizzata sulle gestioni patrimoniali a ritorno assoluto e sulla consulenza agli investimenti.

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