Economia
Borse, Tamburi: "Resteranno sui massimi. Correzione solo se Trump va via"
Tassi, bond, mercati e la Borsa di Milano: parla il banchiere di affari Giovanni Tamburi, presidente e amministratore delegato di Tip, merchant quotata
La Brexit, i dazi, Trump, i tassi d’interesse, il pericolo recessione, i problemi di oggi sono conosciuti da tutti, ma questi sono gli stessi problemi di cui i mercati soffrivano un anno fa, quando tutti erano spaventati e pensavano solo a vendere e scappare. Lo ricordate? Giovanni Tamburi era uno di quei pochi investitori che non era per nulla spaventato, e con grande coraggio dichiarava il suo ottimismo, non solo a parole, ma anche con i fatti, continuando a fare shopping. Un anno dopo, senza Salvini “nemico” dei mercati, e senza Mario Draghi “amico” dei mercati, siamo andati a chiedergli se questi record sono una tappa di percorso, o se invece sono un campanello d’allarme.
L’accoglienza e tutt’altro che preoccupata, anzi, il suo entusiasmo equilibrato continua a primeggiare…
“In questi ultimi due o tre mesi gli indici americani hanno fatto qualche meno 2, qualche meno 2,5 ma poi dopo lo recuperano, oggi sono tutti ai massimi, ma d'altronde che cosa può fare una persona con i tassi a zero se non andare in borsa? Non può esserci una forte correzione”.
Dieci, venti anni fa avevamo meno disponibilità ma solo reddito di guadagno e di lavoro, senza la “liquidità infinita” delle banche centrali, però c’era un’offerta sul mercato amplissima: rendevano molto sia le obbligazioni sia le azioni. Oggi invece se vuoi guadagnare devi rischiare, abbiamo però tantissima domanda, ma al tempo stesso pochissima offerta perché i rendimenti sono appiattiti o sotto lo zero. È come se ti avessero regalato la Ferrari e poi devi girare in centro a 50 all’ora...
“Nessuno ne sta parlando ma questa stampa di liquidità overnight che stanno facendo in America da qualche settimana, è chiaro sintomo che si vuole debellare qualsiasi crisi, crisetta ecc… ci si vuole, ci si deve mettere una pezza. Lo si fa perché tutti, a forza di essere convinti che i tassi sarebbero scesi ancora, si sono talmente impegnati anche a leva che non hanno più i soldi per sostenere gli overnight quindi la Fed li deve prestare. È la dimostrazione che per il momento non succederà nulla di forte. Per cui non è logico prevedere che gli indici facciano +30, ma rimarranno attorno ai massimi, probabilmente li supereranno ancora una volta e poi torneranno indietro, il tutto però, come da anni, in un canale ascendente, anche se con moderazione”.
Faccio il Bastiancontrario, non è che qualcuno inizia a spaventarsi pensando, continuano a pompare liquidità infinita ma non basta mai, perché c’è una perdita nella vasca e quindi qualcosa nel sistema non funziona?
“Tutto non funziona, in realtà, ma il mondo se ne frega! Questa non è una situazione in cui si possa dire che è tutto perfetto, anzi, è tutto che non va bene, perché c’è troppa liquidità, perché i tassi negativi sono una anomalia, perché la liquidità overnight che manca è una follia, è tutto strano, però oggi si va avanti così e credo che sarà ancora così per parecchio tempo. Forse l’unica situazione che possa cambiare i connotati dei mercati in maniera importante potrebbe essere l’esito delle prossime elezioni americane. In teoria se arrivasse Elizabeth Warren ci sarebbero forti rischi che i mercati possano prendere una bella botta”.
Quindi è meglio per i mercati mantenere Trump?
“Ma tutta la vita, per i mercati ovviamente”.
Quindi l’impeachment non le fa paura?
“L’impeachment per ora si è visto che non conta, è più fumo che arrosto. Ma se questo populismo anticapitalistico dovesse arrivare, lì effettivamente ci potrebbe essere un calo sensibile sui mercati. Però anche in questo caso il ribasso non dovrebbe durare e potrebbe essere una occasione d’acquisto eccezionale. Come nel 2008. Si è accorto che tutti ne parliamo come della più grande crisi dopo il ‘29 ma dopo 9/12 mesi l’avevamo già spazzata via dai nostri ricordi? Dal 666 dell’S&P siamo a 3.000; con i tassi bassi i mercati non possono che andare su, e dato che probabilmente i tassi non saliranno per chissà quanto tempo, l’equity vincerà e l’equity sano stravincerà”.
90 anni dal crollo del ’29, anche oggi come allora siamo a 10 anni di crescita ininterrotta, non la preoccupa? Siamo davanti a un nuovo paradigma?
“Siamo sicuramente davanti a un nuovissimo paradigma, totalmente imprevisto e totalmente misterioso per tutti, i tassi negativi spariranno nel giro di poco tempo, ma resteranno comunque strutturalmente bassi. Per cui se anche i tassi domani tornassero attorno lo zero o poco sopra non cambierebbe niente.”
Quattro anni fa la stragrande maggioranza diceva che con la Clinton si saliva e con Trump sarebbe crollato tutto, lei no…
“Che ci fosse Trump, la Clinton o mia nonna avevo la netta sensazione che comunque tutto sarebbe andato su e così è stato. L’economia ed in particolare la finanza sono molto più potenti della politica. Certi trend non li ferma nessuno”.
Alla fine, nessuno però ci ha capito niente...
“Ma no, qualcuno aveva capito, ci ero arrivato anch’io nel mio piccolo”.
Si ricorda cosa dicevano i media, la Brexit, i dazi, ogni cosa doveva portare forte negatività sui mercati…
“Siete spesso voi dei media a sbagliare quasi tutto, ma concettualmente, primo perché volete drammatizzare tutto, secondo perché vedete tutto sempre più negativo e non positivo, poi perché - travolti dal quotidiano e dalla foga di scrivere - non avete il tempo per approfondire per cui sentite l’ultima onda che parla, sapete che il negativo fa più effetto e sparate il titolone”.
Anche i gestori però, come potranno giustificare rendimenti così striminziti in tutta questa positività?
“Beh, ci sono gestori e gestori. È difficile in realtà interpretare bene questo mondo, io posso avere la calma di riflettere bene perché sono autonomo rispetto alle scelte di altri ed infatti sono riuscito ad investire più che decorosamente. Il mestiere del gestore però è molto più difficile in quanto sono schiavi dei benchmark quotidiani. Chi di loro si sarebbe aspettato che dopo un 2018 così brutto ci sarebbe stato questo 2019 così pimpante? Io lo avevo immaginato, ma ero tra i pochissimi; basta leggere la lettera agli azionisti TIP all’inizio dell’anno per rendersene conto, l’ho poi ribadito in vari momenti, perché osservo da vicino l’economia reale, le aziende. Però ci vuole sia coraggio che capacità di restare su certi titoli. Quelli che reputo i migliori, non necessariamente quelli che tutti vedono come difensivi. Peraltro i difensivi come le utility sono andati benissimo perché in fondo c’è rischio basso in un momento in cui l’economia gira bene, tutti le bollette le paghiamo e quello ad esempio è stato un porto sicuro. Anche se a me piace poco perché è sempre troppo dipendente dalla politica. E pertanto il consiglio da dare è stare su aziende sane, industriali e un po’ diversificate ma, come facciamo noi di Tip, non troppo, perché altrimenti il medione generale dei rendimenti finisce per abbassare tutto. Il ritorno attuale ai soci di Tip, oltre il 30% medio da vari anni, è il risultato di scelte forti, ma il rischio, con un portafoglio così, è praticante zero.”
Come fate voi ad ottenerlo, attenta selezione?
“Perché noi continuiamo ad andare meglio di molti altri? Perché siamo poco diversificati dal punto di vista quantitativo, 20/25 società sostanzialmente, ticket grandi, tantissima attenzione, molto lavoro e aziende di grandissima qualità, tutti leader che vogliono crescere molto”.
Ho letto che questo per la finanza è il migliore anno dal 1985, tutti gli asset, Turchia a parte, sono in guadagno, eppure non mi sembra che l’economia vada così bene…
“Innanzitutto, riprendendo il discorso sul pessimismo dei media, non è vero che ci sono tutti questi dati negativi. L’industria italiana va benino, non benissimo rispetto al passato, ma benino. Per cui sul mercato in realtà non si vedono i disastri che a volte vengono evocati. Certo voi dei media guardate le banche, l’immobiliare o le singole storie che sono andate male e preferite non dire che il grosso delle industrie italiane va bene. L’anno alla fine si chiuderà attorno al pari, qualcuno meglio qualcuno peggio, ma vogliamo ricordare che si sale da dieci anni e che stiamo vivendo il ciclo economico positivo più lungo della storia economica mondiale? Per cui il fondo è sano. Si sta respirando. In un contesto simile un gruppo come il nostro dovrebbe avere performance borsistiche ancora migliori; dovremmo fare di più del 14/15% che abbiamo dato dall’inizio dell’anno perché abbiamo un mix di aziende, Prysmian, Interpump, Amplifon, Moncler, Alpitour, Eataly, solo per citarne alcune, tutte talmente buone che non ti puoi sbagliare. E se in teoria un giorno una dovesse andare male, non succederebbe niente in grado di incidere pesantemente. Abbiamo ancora enormi plusvalenze rispetto ai valori di carico; questo piace il mercato e ai risparmiatori. Quando decidemmo di quotare TIP in borsa, tantissimi anni fa, lo facemmo per dare anche al singolo piccolo risparmiatore, non solo a grandi famiglie, la possibilità di partecipare ai processi di crescita delle aziende sane. Noi dobbiamo avere il coraggio di continuare investire in storie di crescita e di sviluppo industriale. Poco importa se il mercato certe volte guarda le banche e se le banche sono un problema. Poi, per capire meglio il momento, dobbiamo chiederci anche un’altra cosa, cioè da dove arriviamo. Probabilmente c’era una anomalia nel 2018 nel bacchettare troppo il mercato azionario italiano perché anche qui la mania delle esagerazioni aveva colpito; si era pertanto partiti molto bassi per cui il rimbalzo del 2019 è anche un effetto dell’eccesso di penalizzazione del 2018".
(Segue...)