Economia
Casa in eredità, valore o costo? 1 italiano su 3 vuole venderla. Tutti i dati

Cresce la percentuale degli italiani che non considerano la casa in eredità come un valore, bensì un costo. E sulla tassa di successione...
Casa in eredità, in crescita gli italiani che la considerano un costo. Uno su tre la vuole vendere
Avere una casa in eredità può essere un’opportunità per chi la riceve sia che poi decida di venderla o utilizzarla come abitazione principale: a percepirla come un valore è oltre 1 beneficiario su 2. Secondo lo studio di Radar SWG, tuttavia, rispetto al 2022, aumenta chi la ritiene soprattutto un costo di mantenimento, in particolare tra i ceti più fragili.
Anche rispetto all’utilizzo cambiano le intenzioni rispetto al 2022: 1 su 3 ha intenzione di vendere la casa che ha ricevuto o riceverà (nel 2022 era circa 1 su 5), probabilmente per avere più liquidità o non dover incorrere in alti costi, che in periodo di forte inflazione, non sarebbero accolti favorevolmente. Dall’altro lato diminuisce chi pensa di utilizzare la casa ricevuta come abitazione principale.
La questione delle case in eredità e la loro tassazione è annosa ed è stata messa sul piatto da governi di diversi colori negli ultimi 20 anni. Se ne è parlato nelle ultime settimane perché il governo ha ipotizzato un aumento della tassa di successione, poi smentito. Sarebbe favorevole a un eventuale innalzamento di questa tassa (che attualmente è tra le più basse in Europa) solo 1 italiano su 10, in misura maggiore tra gli elettori di centrosinistra, mentre la maggioranza vorrebbe diminuirla. La restante parte degli italiani è per il mantenimento del livello di tassazione corrente, in particolare gli elettori di centrodestra.
Nonostante siano pochi gli italiani disposti a un aumento della tassa di successione, c’è un segmento di popolazione che secondo gli intervistati andrebbe maggiormente tassato: i multi-milionari, anche perché la trasmissione di grandi ricchezze perpetra il potere di gestire le risorse per eredità e non per merito.