Economia

Cdp non vuole donne nel board: la maggioranza candida solo uomini

di Redazione Economia

L'assemblea potrebbe dover modificare lo statuto, riducendo la quota del genere meno rappresentato dal 40 al 33%. Furia delle opposizioni

Cdp vuole ridurre le quota rosa nel Cda: solo uomini da indicare nel board

La Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) è nel bel mezzo di una tempesta politica che sta mettendo a rischio i progressi sulla parità di genere. Il prossimo 15 luglio, l'assemblea di Cdp potrebbe modificare lo statuto, riducendo le quote rosa nella sua governance, per consentire ai partiti del governo di trovare la quadra e rinnovare il cda.  

Da settimane infatti la  maggioranza (Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia) stanno proponendo nomi per il cda prevalentemente maschile, mentre l'attuale cda (quello uscente), composto da nove membri, include quattro donne: Livia Amidani Aliberti, Anna Girello Garbi, Fabiana Massa Felsani e Alessandra Ruzzu. Per uscire da questo impasse, l'assemblea di Cassa Depositi e Prestiti si starebbe preparando a modificare il proprio statuto che attualmente prevede che il genere meno rappresentato abbia "una presenza di almeno due quinti con arrotondamento all'unità superiore".

Nello specifico, come riportato da La Repubblica, l’avviso prevede infatti una parte “straordinaria”, in cui i soci (il Tesoro con l’82,7%, 72 Fondazioni col 15,93%) potrebbero modificare l’art. 15.1, riducendo la quota di rappresentanza del genere meno rappresentato dal 40% al 33%. Una mossa questa che ha scatenato un'ondata di indignazione tra le opposizioni.

La senatrice Pd Annamaria Furlan non usa mezzi termini: “Vergognosa. La cultura delle pari opportunità va in soffitta, barattata per interessi di parte, e la Presidente del consiglio non batte ciglio”. Più feroce è Carolina Morace, eurodeputata del M5s: "Il primo governo della storia italiana presieduto da una donna calpesta i diritti delle donne: sembra una barzelletta, invece è l’amara verità”. 

Tra i nomi dei candidati, solo Lucia Calvosa, proposta dalle Fondazioni, è una donna. Gli altri candidati, Giovanni Gorno Tempini, Luigi Guiso e l'amministratore delegato Dario Scannapieco, sono tutti uomini. Per rispettare i vincoli statutari, la lista del Tesoro dovrebbe includere altre tre donne su cinque candidati, obiettivo che sembra irraggiungibile senza la modifica delle regole.

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Con l'assemblea di Cdp ormai alle porte, la lista dei candidati potrebbe essere svelata a breve. Come di consueto, nella lista del Tesoro potrebbero confluire i tre nomi già espressi dalle Fondazioni, con possibili aggiustamenti finali per rispettare gli equilibri di genere. D'altra parte l'iter per il rinnovo del cda di Cdp ha già subito quattro rinvii: il 24 maggio, il 20 giugno, il 2 luglio e ora il 15 luglio. Nel frattempo, i soci hanno approvato il bilancio di Cdp spa e un dividendo di 1,618 miliardi di euro, oltre metà dell'utile 2023. La questione è ormai cruciale: quale sarà il futuro della parità di genere nella cassaforte pubblica del risparmio postale?