Economia

Christine Lagarde, la "Re Mida" al contrario che è al timone da 15 anni

di Marco Scotti

E' una delle donne più potenti della finanza internazionale, ma il suo curriculum parla chiaro: raramente gliene è andata bene una!

L'arrivo alla Bce

Il 1° novembre 2019 abbandona Washington per tornare in Europa, a Francoforte, come nuovo numero uno della Bce. Deve raccogliere un’eredità pesantissima, quella di Mario Draghi che, con il suo bazooka, ha saputo salvare l’Europa quando nel 2012 – mentre la Lagarde era al Fmi – la crisi sul debito sovrano stava per mandare al macero l’intero progetto di moneta unica. Passano esattamente quattro mesi dal suo insediamento all’Eurotower e la Lagarde è costretta ad affrontare la pandemia, la più grave dai tempi della “spagnola” post-prima Guerra Mondiale. E che cosa fa Madame?

Inanella una figura dietro l’altra. Il 14 marzo 2020 in una conferenza pubblica si lascia scappare “we are not here to close the spread”, non siamo qui per ridurre gli spread, dopo che il differenziale dei titoli di alcuni paesi con i bund tedeschi aveva ripreso a crescere. Risultato: la peggiore seduta di Borsa della storia di Piazza Affari, con un tracollo di quasi il 18%. Poi la Lagarde viene sostanzialmente commissariata dagli altri Paesi, che parlano in vece sua e portano avanti un Recovery Fund europeo che non contempla minimamente la sua presenza. Lei si limita a ribadire che si andrà avanti con gli acquisti pandemici e vara il PePP, piano per comprare i titoli che ricalca allo stesso modo il QE di Mario Draghi.

Poi però scoppia la guerra in Ucraina, le materie prime scarseggiano, la logistica s’imballa e i prezzi volano alle stelle. La Lagarde che cosa fa? Entra a gamba tesa, annuncia in un giorno solo che aumenterà i tassi, chiuderà l’acquisto di titoli di stato europei e, già che c’è, predice un’inflazione alle stelle fino al 2024. I mercati impazziscono di terrore, lo spread italiano vola a 250. Viene convocata una riunione d’urgenza dopo che tutti i Paesi, dall’Italia alla sua Francia, le chiedono di intervenire. E la suddetta riunione d’urgenza che cosa fa? Sancisce la nascita di uno scudo anti-spread che dovrebbe proteggere i Paesi dalla febbre da tasso d’interesse.

È una figura che – se non fosse apicale e fondamentale per il futuro dell’Europa – meriterebbe un fumetto appositamente dedicato. Invece si comporta da macchietta e finge di non sapere (oppure è purtroppo totalmente scollegata dalla realtà) che le sue parole devono avere un peso. Povera Europa, altri 4 anni così rischiano di essere davvero pesantucci. Sperando che, una volta finito l’incarico a Francoforte, non le venga la voglia di sedere da qualche altra parte. In San Pietro, per sicurezza, ribadiscono ogni giorno che il papato non è roba per donne. Sai mai che le punga vaghezza di provare anche la carriera ecclesiastica

 

 

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