Economia
Cloud-Pnrr, volani per la transizione digitale: la roadmap Governo-Regioni
Governo, Regioni e province autonome mettono il turbo in tema di transizione digitale: i dettagli del nuovo accordo
"Come il jazz, la politica è caratterizzata da tensioni e dissonanze, ma anche da momenti di armonia e sinergia. Attraverso la collaborazione tra Stato e Regioni stiamo creando una partitura jazz. Ogni regione metaforicamente suona la propria nota, contribuendo a un'opera complessa e coerente. Sfruttando la metafora del jazz, possiamo quindi affrontare le tensioni e le dissonanze con fiducia, lavorando insieme per creare un'armonia sinergica": sono queste le parole che Lei stesso ha utilizzato per sintetizzare l'atteggiamento "proattivo" che le istituzioni debbono avere in tema di transizione. Quali sono allora, a suo avviso, le sfide "future" a cui dare priorità?
Due sono a mio avviso le sfide prioritarie: una transizione al cloud più veloce possibile e l’attivazione di una strategia di pianificazione. Sul primo punto è bene rimarcare ciò che ha avuto modo di ribadire anche il presidente Fedriga nel corso dell’evento: il tema centrale è quello della sovranità del dato e non della tecnologia. L’obiettivo è trovare un giusto punto di accordo tra sistema pubblico e i principali player di settore (anche stranieri).
Mentre sul secondo aspetto la metafora del jazz funziona, ma ciò che non dobbiamo considerare è l’improvvisazione. Serve pianificare tutti i passaggi necessari, da qui al 2030, tenendo ben conto che in quanto Italia siamo già in ritardo. Se vogliamo recuperare il gap accumulato con gli altri Paesi Ue dovremmo dimostrarci più veloci e performanti. E su questa scia l’aspetto dell’execution è fondamentale: le strategie a livello centralizzato devono avere uno scarico a terra più efficace e veloce.
L’Italia è la seconda manifattura d’Europa, ma se le nostre aziende lavorano in un sistema che è solo moderatamente digitale, le condizioni eco-sistemiche impattano in maniera non banale anche sulle performance aziendali. Nel Paese esistono ancora molto aree industriali in digital divide semplicemente perchè in determinate aree grigie operatori che si erano impegnati a cablare i territori non l’hanno fatto. E nessuno li ha sanzionati o è intervenuto: l'ennesimo tema emergenziale (già sul tavolo del Governo).