Economia
Confesercenti chiede la svolta all'Ue: "Non basta la pace per ripartire"
Fiducia dei consumatori in calo, parla la Presidente Patrizia De Luise
CONFESERCENTI, DE LUISE: "L'EUROPA DEVE CAMBIARE PASSO SE VUOLE RISOLLEVARSI"
E' una immagine sfuocata quella scattata dai dati Istat per quanto riguarda la situazione economica nel nostro Paese. Ad aprile i dati rilevano la diminuzione di fiducia dei consumatori (da 96.5 a 95.2 punti), delle imprese (da 97 a 95.8 punti) e del commercio al dettaglio (da 104.5 a 103 punti). Una fotografia che ci rimanda ancora ad un futuro incerto e pieno di punti interrogativi e dal quale le famiglie italiane escono ancora di più impoverite, soprattutto con la frenata ai risparmi. Ne parliamo con la Presidente di Confesercenti Patrizia De Luise che rilancia l'allarme e con l'associazione sta valutando varie iniziative.
Come ultimo anello più vicino ai consumatori avete denunciato il trend negativo che si protrae già da due mesi (marzo e aprile). Ma in concreto che potete fare?
Questa è la domanda clou. Leggere i numeri è importante, ma lo è di più interpretarli. La sfiducia delle famiglie è comprensibile, perché al di là dei numeri esse si ritrovano in un momento di grande incertezza. Noi come associazione dobbiamo fare. Perché abbiamo non solo il compito di rappresentanza, ma anche quello di segnalare, con fini propositivi. Abbiamo le idee chiare su come intervenire proprio ora che c'è una campagna importante per le europee (non possiamo risolvere solo il problema nel singolo paese). Prima di tutto dare fiato all'economia. Con una programmazione ed un'idea chiara di dove si vuole andare. Ad esempio con la certezza del cuneo fiscale che per ora è solo fino al 2024 e poi si vedrà, oppure sul bonus tredicesima: prima sì e poi no... Abbiamo bisogno di sapere dove andremo a parare e, per l'impresa di prossimità, come andrà sostenuta. Attività che però non ce la fanno più a reggere, perché se non hai degli incassi non puoi investire. Da tempo noi chiediamo, ad esempio, per gli affitti la cedolare secca come le abitazioni private. E poi l'intelligenza artificiale ma non solo per le grandi imprese, ma anche per queste attività, con un accompagnamento di formazione, con un affiancamento attraverso il quale vengono messi a disposizione degli strumenti, che servono per manutenere e presidiare il territorio. Ma ancora. Il discorso del credito, di cui parliamo da una vita, per l'accesso ai finanziamenti necessari per chi fa attività. Sono tutti interventi importanti e banali, ma che vanno presi in seria considerazione.
LEGGI ANCHE: Btp Valore, nuovo collocamento. Tassi minimi al 3,35%, come comprarlo
Perché il disagio nelle famiglie c'è, con l'aumento di questa inflazione che sappiamo essere non buona, non giusta perché grava sugli aumenti delle bollette degli energetici e dei carburanti. Ma anche sul prodotto che costa di più perché deve essere portato a destinazione. A tutto questo dobbiamo aggiungere l'instabilità internazionale che non giova a questo tipo di economia e alle famiglie che sono frenate dall'avere una visione ottimistica del loro futuro.
Ma oltre alle Famiglie e alle imprese, di questa situazione ne risente anche il nostro Pil. Non dimentichiamoci che il nostro Paese ha un debito molto alto e, proprio in un momento in cui dovremmo riuscire a far funzionare l'economia, a darle ossigeno per poter rientrare, diventa difficile. Anche gli interventi del Pnrr sarebbero stati un toccasana, ma ancora le ricadute non ci sono, forse ci saranno Poi c'è il bonus 13esima, anche questa negazione crea incertezza. Per le famiglie non sapere come riusciranno a far funzionare l'economia domestica è un danno e, immaginiamo quanto lo possa essere per le imprese di prossimità, che hanno bisogno di programmare. Dati che nel nostro comparto pesano di più perché risentono di tutte le concorrenze sleali. Non è un problema dell'online, perché anche noi ce ne serviamo, ma di tutte quelle piattaforme che vengono gestite in modo da farla da padrone. Per cui funzionano le prime 20 cliccate e che movimentano più merci. Se vuoi lavorarci insieme hai un'ulteriore percentuale da pagare che si somma a tutto quello che abbiamo detto. Ma anche come cittadini perché sappiamo che la tassazione non finisce nel nostro Paese e di certo non allegerisce i nostri conti pubblici. Oltretutto sottraendo lavoro alle attività locali che invece lascerebbero la loro tassazione sui conti pubblici.
Anche nell'eurozona l'indicatore della fiducia dei consumatori è al di sotto della media a lungo termine. E' in Europa che nasce il problema?
Tanto per iniziare avremmo bisogno di un'Europa coesa, con regole condivise. Non è possibile avere dei paradisi fiscali all'interno dell'Europa, una diversificazione di approccio alla fiscalità diverso da un paese all'altro! Quindi un ragionamento serio su questo aspetto va fatto per rendere più forte l'Europa, per essere più veloci come altri paesi che progettano e realizzano un'idea: noi invece siamo troppo lunghi con i tempi. Abbiamo bisogno di un'Europa in grado di affrontare le varie tematiche in modo pragmatico.
Per i consumatori peggiora anche il clima economico, quello personale e quello futuro. Voi che avete un ruolo ed una forza all'interno delle istituzioni italiane ed europee come pensate di farvi sentire?
Il nostro ruolo è quello di sottoporre al decisore politico questi problemi con delle soluzioni. Poi è chiaro che noi non legiferiamo, quindi ci vuole una sensibilità politica nel disegnare il futuro di questo paese. Se vogliamo venir fuori da questo periodo che definirei delicato.
La Bce con l'aumento dei tassi di interesse ha influito con le sue decisioni non solo sulle tasche delle famiglie italiane ma anche sulle imprese.
L'idea era di aumentare i tassi di interesse per tenere a bada l'inflazione, ma non è un'inflazione dovuta alla domanda piuttosto ad un maggior costo di soli due elementi: gli energetici ed i trasporti. Il peso è ancor più grave per le imprese che per le famiglie perché c'è il problema del rating. Se non si riesce a pareggiare le colonne dei conti del rosso (uscite) e del nero (le entrate), diventi un'impresa poco finanziabile per una banca. Quindi cornuti e mazziati: paghiamo di più ma con i conti sempre in rosso. Ci sarebbe bisogno di un bell'intervento, abbassare i tassi in modo significativo. Ovviamente non è solo questo il problema. Se pensiamo al turismo, andato in crisi con il covid e l'unico ad essere ripartito grazie anche alle attività di prossimità che sono caratteristiche del nostro territorio, possiamo avere un bel quadro di riferimento.
LEGGI ANCHE: Dall'obbligazionario all'azionario: l'investitore italiano si sta svegliando
Da anni state studiando la costituzione di una piattaforma vostra online dove inserire le vostre imprese. A che punto siete?
Ci stiamo lavorando, anche se abbiamo bisogno di altre forze per darle vita. Il mercato online ci interessa perché c'è bisogno di dare al consumatore quel pluralismo che sta cercando.
Da domani mattina cosa farà per cambiare il trend della sfiducia?
Quello che ho fatto finora. Ci credo in quello che dico. E come presidente di un'associazione costituita dalle imprese, perché io stessa sono commerciante, e come cittadina di questo Paese. E so che la qualità del territorio dipende anche dal presidio che queste attività mi danno sotto casa. Questi studi sono dovuti ad una mappatura ed un rapporto costante con le attività del territorio, un rapporto capillare per avere il polso della situazione Da domani quindi si ricomincia con gli incontri con il governo e con i politici affinché non soltanto sentano, ma agiscano.