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Economia

di Andrea Deugeni
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@andreadeugeni

Alla vigilia del Consiglio generale di Confindustria chiamato ad ascoltare i programmi dei due candidati alla prossima presidenza emergono particolari curiosi del confronto che ci sarà fra Vincenzo Boccia e Alberto Vacchi. Particolari che hanno un unico scopo. Ossia quello di non far scoprire troppo qualcuno dei candidati al primo grande appuntamento pubblico di fronte alla platea dei 198 grandi elettori. Consiglio che farà il bis il 31 marzo per la designazione finale. 

Sarà vero? Stando ai racconti dell'ultima ora che si fanno in Viale dell'Astronomia parrebbe di sì. Sembra che il presidente di Unindustria Pordenone Michelangelo Agrusti e quello di Confindustria Emilia Romagna Maurizio Marchesini, grandi sponsor di Vacchi, si siano particolarmente agitati ieri per evitare che l'appuntamento non preveda un confronto all'americana e un dibattito sui programmi anche a seguito delle domande che arriveranno dalla platea. Sarebbe preferita invece una semplice enunciazione dei propositi del proprio mandato senza un doveroso contradittorio.
 
Come pensare una cosa del genere, se fino all'altro ieri le principali critiche che sono piovute da qualche imprenditore nella prima tornata elettorale della nuova riforma Pesenti sono proprio legate all'impossibilità di conoscere prima i candidati e i loro programmi per riuscire a farsi un'idea compiuta e votare così con consapevolezza? Non è contraddittorio tutto questo? 

C'è di più, pare che dallo stesso fronte arrivino anche le richieste per far sì che la Commissione di designazione non renda noto il divario di voti consiliari che distanzia il presidente di Unindustria Bologna dal suo avversario Boccia, candidato della Piccola Industria. Voti che, secondo quanto Affaritaliani.it può riferire, sono 81 per Boccia e 64 per Vacchi. Ai saggi il doveroso compito di enunciarli. 

Il timore è che l'alzare il velo sui reali pesi in Consiglio potrebbe infatti orientare gli indecisi o quanti non hanno un'idea precisa su chi votare mentre la situazione non è ancora chiusa (servono 99 voti per la maggioranza). Fra chi deve decidere quale nome barrare sulla scheda nel segreto dell'urna c'è anche Federchimica che lunedì a Milano, con l'assemblea pubblica al teatro Dal Verme, festeggerà anche i 100 anni di vita dell'associazione. Un happening, l'ultimo del sistema dell'Aquilotto prima della designazione del successore di Squinzi, in cui il gotha confindustriale sarà presente e gli imprenditori chimici approfitteranno per stringere le mani, anche alla ricerca di qualche alleanza. Opposti sarebbero gli schieramenti fra Federchimica e Farmindustria, con la prima su Boccia e la seconda su Vacchi in cambio di una ipotetica vicepresidenza per il big Sergio Dompè.

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