Economia

Confindustria, la struttura si difende. Il post-Boccia visto dall'interno

Andrea Deugeni

Due candidature di sistema, quella di Licia Mattioli e di Emanuele Orsini contro due, quella di Carlo Bonomi e di Giuseppe Pasini, che invece se riusciranno a diventare presidenti della Confindustria il sistema e la struttura la rivoluzioneranno. Da cima a fondo. Dagli organigrammi di tutte le società della galassia di Viale dell'Astronomia (Luiss, Sole 24 Ore, ecc...) fino alle singole voci di costo del bilancio che subisce gli effetti della stagnazione economica del Paese (gli iscritti pagano in base al numero dei loro dipendenti). 



E’ questa l’interpretazione che va per la maggiore fra gli imprenditori associati a Confindustria della partita per la presidenza che il 23 marzo si risolverà con la designazione da parte del Consiglio generale del successore di Vincenzo Boccia.

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Secondo i commenti raccolti da Affaritaliani.it,  fra chi assiste ai piani alti dell’associazione dell’Aquilotto da spettatore interessato alla tornata elettorale, la struttura confindustriale starebbe spingendo e supportando i due potenziali candidati, la Mattioli ed Orsini, che una volta conquistata la presidenza non stravolgeranno lo status quo. Struttura consapevole che se la cloche del comando finirà invece nelle mani dei due imprenditori lombardi (Pasini e Bonomi) si concretizzerà quell’”Opa di Assolombarda” (così è stato definito dagli osservatori quanto andato in scena a inizio ottobre all’assemblea meneghina ospitata dalla prestigiosa Scala che ha avuto presenti in platea sia il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sia il premier Giuseppe Conte) sulla confederazione nazionale che durante la presidenza Boccia ha mal digerito alcune mosse, vissute da Roma come interferenze, della blasonata associazione di via Pantano. 

La grande ventata di cambiamento del Nord arriverà anche se a raccogliere il testimone di Boccia sarà il numero uno di Feralpi, il bresciano Pasini. 



Insomma, la partita per la presidenza viene vista come lo scontro fra due anime della Confindustria: quella che punta alla disruption e quella che invece occupa già i centri di potere del sistema e punta all’autodifesa e che sta sviluppando gli anticorpi.

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