Confindustria,le ire di Dolcetta.Quel mercato delle vicepresidenze...
di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
Con chi ce l'aveva il Stefano Dolcetta, vicepresidente di Confindustria con delega alle relazioni industriali, nella sua lettera inviata al Corriere Veneto in cui avverte i colleghi imprenditori della sua Regione di "non accontentarsi di programmi al ribasso per avere una poltrona"?
L'uscita di Dolcetta a Nordest e, non solo, non è passata certo inosservata. Il "guastafeste", così come si è definito il vulcanico amministratore delegato della Fiamm e neo presidente della Banca Popolare di Vicenza nell'era post-Zonin, parla infatti con l'autorevolezza di chi qualche mese fa ha sbattuto i pugni sul tavolo in Viale dell'Astronomia sulla questione della riforma del modello contrattuale (punto centrale nell'era dei tassi a zero), criticando anche l'attuale presidente Giorgio Squinzi. Che, in quanto a risultati, non si può certo dire termini il proprio mandato a mani vuote.
In vista della decisività del voto veneto (tradizionalmente diviso) nel risolvere i giochi all'interno di Viale dell'Astronomia di quello che con molta probabilità sarà un ballottaggio fra il bolognese Alberto Vacchi e il candidato della Piccola Industria Vincenzo Boccia, quello che non è piaciuto al vicentino metalmeccanico della Fiamm è stato il tradizionale mercato delle preferenze, in cambio di promesse a future vicepresidenze, già partito a Nordest con largo anticipo.
Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, in Veneto sono almeno cinque (su sei poltrone totali fissate da statuto) gli aspiranti vice nella prossima squadra di vertice di Viale dell'Astronomia. Fra questi ci sono i big di Treviso (non è ancora chiaro se Vardanega o Tomat) che, secondo i rumors raccolti, si sarebbero spostati da Aurelio Regina a Vacchi.
Pare infatti che l'asse Bergamo-Assolombarda-Bologna - nonostante la diversa vulgata - diviso al suo interno (Bergamo oggi è su tre candidati, Gianfelice Rocca non è andato a votazione in Assolombarda su Vacchi altrimenti sarebbe andato sotto, - ha chiesto quindi di concordare con la linea del presidente nell’appoggiare il presidente di Unindustria Bologna - mentre Maurizio Marchesini in Emilia Romagna ha finto un’unanimità votando lui per tutti, quando diverse territoriali importanti locali devono ancora deliberare per andare poi dai saggi) si stia particolarmente dando da fare per cercare vice presidenze in ogni dove. Che però non si trovano, se non a Nordest.
Il Piemonte è sul candidato della Piccola industria Boccia, la Campania con l'ex past president Antonio D’Amato è sul bresciano Marco Bonometti, mentre la Toscana (tranne Firenze) è su Boccia, come il resto del Sud e metà Lombardia che però non reclamano vice presidenze. Varese, infine, è spaccata fra Alberto Vacchi e Marco Bonometti. Il Lazio, infine, che ieri ha fatto il suo endorsement per l'ex presidente Regina non lo mollerà sicuramente.
Che cosa farà adesso Vacchi? Mediterà il ritiro come ha fatto, secondo quanto risulta ad Affairtaliani.it, il 18 di gennaio quando ha inviato il presidente di Confindustria Emilia-Romagna dal numero uno di Unindustria Ravenna Guido Ottolenghi proponendogli di candidarsi?