Economia
Confindustria, solo 3 sopra il 10%.Le manovre dei candidati per l'ok dei saggi

La partita per il dopo-Boccia
Servono almeno 90 voti, secondo statuto, per accedere alla votazione del Consiglio generale di Confindustria e partecipare all’elezione per la presidenza della confederazione che rappresenta gli imorenditori italiani. E, sebbene la situazione sia ancora molto fluida e in divenire, delle quattro candidature potenziali che per il momento mirano a trasformare le loro ambizioni per raccogliere a marzo il testimone di Vincenzo Boccia, soltanto tre dei potenziali candidati possono già contare sul 10% dei voti assembleari.
Secondo quanto si vocifera in Viale dell’Astronomia e secondo quanto viene fatto filtrare dagli inner circle degli imprenditori pronti a scendere in campo, il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi, il numero uno di Federlegno Emanuele Orsini e la vicepresidente di Confindustria Licia Mattioli, che però deve ancora sciogliere la riserva, avrebbero già le carte in regola per il passaggio formale di fine gennaio. Step in cui i saggi, che verranno eletti dalla confederazione per fare lo screening delle preferenze delle associazioni territoriali e categoriali e decidere quali saranno le candidature da mettere al vaglio della designazione del Consiglio generale, certificheranno la sussistenza del pacchetto minimo per correre per il dopo-Boccia.
Tutti e tre i potenziali candidati appartengono a tre Regioni diverse (Mattioli in Piemonte e Orsini in Emilia Romagna) che garantiscono ai nastri di partenza un piccolo blocco di sostegno e solamente grazie alla presidenza di Assolombarda che è l’azionista di maggioranza della Confindustria, Bonomi può contare subito su un gruzzolo dell’8,5%.
Invece, il presidente degli industriali bresciani Giuseppe Pasini non può fare affidamento sullo stesso sostegno che Bonomi riscuote in Lombardia, ma chi conosce bene le dinamiche confindustriali spiega che grazie ai numeri della sua azienda che fanno di Mr Feralpi uno dei campioncini nazionali della manifattura, Pasini non avrà difficoltà ad azionare la leva identitaria in Confindustria e a raccogliere i 90 voti che gli serviranno per il fotofinish di marzo. E le manovre per organizzare il sostegno sono in corso da tempo.
@andreadeugeni