Economia
Credit Suisse, rumor: nel mirino di Bnp. Ma Horta corteggia UniCredit e Intesa
Secondo il sito elvetico Inside Paradeplatz, il presidente del Credit Suisse è al lavoro per una vendita o una fusione con una grande banca italiana
Secondo le indiscrezioni la banca svizzera sarebbe finita anche nel mirino del primo gruppo francese Bnp
Sarà vero? Le avances da risiko bancario continentale del 57enne presidente portoghese del Credit Suisse Antonio Horta-Osorio verso UniCredit o Intesa-Sanpaolo? La fonte è Inside Paradeplatz, per intendersi il sito elvetico di informazione finanziaria che a settembre del 2020 dava Ubs e il gruppo rosso-crociato, rispettivamente prima e seconda banca svizzera, al lavoro su una fusione da annunciare a inizio 2021, con tanto di nome in codice del progetto (Signal) già spoilerato al Governo di Berna e all’autorità di vigilanza sui mercati, la Finma. Nozze-bomba che avrebbero proiettato il mega-istituto, post-operazione straordinaria, ai vertici del mercato del credito europeo e di cui però non s’è vista nemmeno l’ombra.
Ma stanno facendo rumore alla Borsa di Zurigo e nella City milanese le indiscrezioni rivelate dal media elvetico, secondo cui, dopo i passi falsi costati miliardi per gli investimenti nei fondi Archegos e Greenshill, la nuova fase del Credit Suisse partirebbe dall’Italia: Horta, ha scritto infatti Inside Paradeplatz, che poi ha citato fra gli indiziati ovviamente la banca di Piazza Gae Aulenti, al cui timone ora c’è un ex Ubs, Andrea Orcel, che la Svizzera dunque la conosce bene e il campione nazionale Intesa-Sanpaolo, potrebbe puntare a una vendita o una fusione con "una grande banca italiana".
La mossa toglierebbe dal mercato il gruppo svizzero finito oggetto, tra l'altro, di un presunto interesse manifestato dalla big francese Bnp-Paribas, prima banca transalpina molto attiva come il Credit Suisse nel business dell’investment banking.
Le possibili operazioni straordinarie hanno fatto scattare gli acquisti sulle azioni della banca presieduta da Horta-Osorio e guidata da Thomas Gottstein, due banchieri chiamati al rilancio del gruppo e fra cui, dopo anche i recenti scandali sulle ripetute quarantene violate del presidente arrivato a Zurigo dopo una brillante carriera internazionale (Citibank, Goldman Sachs, Santander, BoE e Lloyd), si dice che non corra buona sangue.
Positivi a Piazza Affari per tutta la seduta anche i titoli UniCredit (che nel pomeriggio poi ha virato in negativo: -0,18% a 14,222 a fine giornata) e Intesa-Sanpaolo ( +0,47% a 2,463 euro, ma le azioni del gruppo di Messina sono in recupero però da più sedute dopo vendite di fine anno) rispetto a un Ftse-Mib in calo di quasi un punto percentuale (-0.96%). Da UniCredit, il cui nome era tornato a circolare prima di fine anno sempre Oltralpe, ma in Germania come partner di M&A per l’eterna promessa sposa teutonica CommerzBank, non hanno commentato le indiscrezioni di mercato. Anche se Orcel, che ha aperto i cantieri della messa a terra del nuovo piano UniCredit Unlocked, è pronto ad aprire dossier che facciano da "acceleratore del risultato strategico".
Mentre per Intesa, il cui modello di business è differente da quello del Credit Suisse e il cui tema non è nemmeno comparso sui desk e nelle quotidiane relazioni del gruppo con gli investitori internazionali, valgono le indicazioni strategiche date dal Ceo Carlo Messina.
Certo, la Svizzera è un mercato interessante, "è un Paese dove Intesa può crescere attraverso acquisizioni di piccole imprese selezionate", aveva spiegato il banchiere a novembre. Ma Messina, oltre a non avere dossier su acquisizioni aperti sul tavolo, non vede in questo momento le condizioni per procedere con fusioni cross—border. A febbraio in Ca'de Sass arriverà il nuovo piano industriale 2022-2024 con le nuove indicazioni.
@andreadeugeni