Economia

Creval, l'Agricole corteggia i soci con la "ricetta Intesa-Sanpaolo"

di Andrea Deugeni

Dopo l'ok Consob, i francesi del Credit Agricole scaldano motori per Opa, che parte il 30 marzo. Il progetto sul Creval e i numeri dell'operazione

Al momento, i francesi che con il Creval hanno già una partnership esclusiva nella bancassurance (con il Crédit Agricole Vita), possono contare su un pacchetto di partenza del 17,7% rispetto al 9,85% iniziale, grazie all'accordo sottoscritto con Algebris e all'acquisto di altre quote minori sul mercato dei blocchi. Quota distante dal raggiungimento della soglia del 50% più un’azione, fissata come quota minima per perfezionare l'Opa che potrebbe mettere la Banque Verte nelle condizioni di tentare di raggiungere il quorum (dei 2/3) necessario in assemblea straordinaria per deliberare la fusione.

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Parigi ha messo sul piatto 10,5 euro, ma in Borsa il titolo viaggia intorno ai 12 euro (oggi 11,976 euro; -0,23% a fine seduta, ma con un premio del 14% rispetto all'offerta) e molti investitori istituzionali hanno già manifestato la propria contrarietà all’adesione in quanto, a detta dei fondi (Alta Global, Hosking Partners, Petrus Advisers, Kairos Melqart Am, il 22% del capitale a cui si aggiugerà anche la Dgfd di Denis Dumont: in tutto il 28,15%), il prezzo offerto non valorizza adeguatamente la banca guidata da Lovaglio. Anche perché non terrebbe conto dei benefici derivanti dalla norma sulle deferred tax asset (Dta) per agevolare le aggregazioni bancarie.

Con sinergie e benefici complessivi per circa 130 milioni di euro (86 milioni annui su costi e ricavi al lordo di una nuova pulizia del portafoglio crediti valtellinese), l’Agricole, che in Italia, il secondo mercato domestico del gruppo, già conta su una rete di più di 1.000 sportelli impiegando 14 mila dipendenti e servendo 4,5 milioni di clienti (78 miliardi di finanziamenti), punta post-fusione per incorporazione del Creval a raggiungere una quota di mercato complessiva del 5% (per numero di filiali) a livello nazionale, con oltre 1.200 sportelli. 

Il pacchetto di 40 mila azioni Creval nel portafoglio di Lovaglio/ Dal prospetto dell'Opa risulta che il Ceo della banca valtellinese Luigi Lovaglio è possessore di 40 mila titoli del gruppo. Pacchetto che gli frutterebbe, se il banchiere decidesse di consegnare le azioni in sede di Opa, un assegno di 420 mila di euro. Un piccolo contentino per togliere il disturbo.

Il gruppo valtellinese fa particolarmente gola ai francesi perché, in caso di successo dell'Opa, rafforzerebbero la presenza nel ricco Nord, dove piazzerebbero circa il 70% della rete, raddoppiando la quota di mercato in Lombardia (dal 3 al 6%) dove il gruppo opererebbe con il 40% delle filiali.

Intanto, in vista dell'assemblea del 19 aprile sul rinnovo del Cda, Dumont, azionista transalpino del Creval con il 6,15%, ha presentato la sua lista di candidati confermando la gran parte degli attuali consiglieri compreso Lovaglio. Secondo Dgfd, che era stata la promotrice della nomina dell'attuale board, "il Consiglio ha operato con indipendenza e successo" e con la lista presentata "intende dare continuità e stabilità alla governance per la definitiva esecuzione del piano nell'interesse di tutti gli azionisti, dei dipendenti e dei clienti di Creval”.

La battaglia per il Creval è appena iniziata e la sensazione è che i francesi, che al termine dell’operazione metteranno in cantiere anche un aumento di capitale, saranno costretti a mettere mano al portafoglio con un rialzo per convincere i fondi soci della valtellinese. Il prossimo step è la riunione del board del Creval prima del 29 marzo, board che boccerà l'offerta.

@andreadeugeni