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Economia
Crisi Ucraina, da Unicredit a Intesa: le banche più esposte sono italiane

Per gli istituti italiani e francesi l'esposizione ammonta a oltre 30 miliardi di dollari, per quelli austriaci si aggira sui 22-23 mld 

Da Unicredit a Intesa San Paolo: sono le banche italiane, insieme a quelle francesi e austriache, tra gli istituti finanziari d'Europa più esposti alla crisi tra Russia e Ucraina. Il quadro emerge da una ricerca del Credit Suisse, che ha elaborato dati della Bri, la Banca dei Regolamenti Internazionali, risalenti al giugno 2021.

A livello di numeri, per gli istituti italiani e francesi l'esposizione ammonta a oltre 30 miliardi di dollari, circa 26,5 miliardi di euro, per quelli austriaci si aggira sui 22-23 miliardi di dollari. Riguardo ai singoli istituti l'analisi evidenzia come l'esposizione più elevata sia quella dell'austriaca Raiffeisen Bank International con una quota di ricavi del 20% realizzata in Russia e con un ammontare di prestiti di 10,5 miliardi, considerando anche l'Ucraina.

La banca austriaca precede Societè Generale, che ha una quota di ricavi in Russia del 4% con 8,7 miliardi di prestiti. La terza banca per esposizione è Unicredit, presente in Russia dal 2005 dopo la fusione con Hvb che aveva nel paese una propria controllata. La banca ha attualmente circa 2 milioni clienti retail e circa 30.000 corporate, con una rete di 72 sportelli che erogano circa 8 miliardi di euro di prestiti.

Molto intensa anche l’attività in Russia di Intesa Sanpaolo, che gestisce più della metà delle operazioni commerciali con l’Italia, realizza la maggior parte delle operazioni di investimenti italiani in Russia e russi in Italia, ed è un importante investitore e partner in molti progetti russi, nazionali e internazionali. Banca Intesa Russia conta su 28 filiali e 976 dipendenti, con asset per circa 1 miliardo di euro.

Recentemente l’amministratore delegato di Intesa, Carlo Messina, a proposito delle vicende ucraine aveva detto durante una conference call: “Noi non facciamo geopolitica, rispettiamo le regole che ci sono a livello comunitario e internazionale ma facciamo la banca, nell'interesse dei nostri clienti e lo faremo anche in Russia. Lo faremo con le regole che di volta in volta ci saranno, ma non vedo che problemi ci possano essere per noi in Russia che, tra l'altro, per noi è anche profittevole".

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