Economia
De Benedetti, del Domani non v’è certezza . Zanda lascia: "Sto con Conte"
Il progetto di Carlo De Benedetti si è già incartato
Colpo di scena, non senza qualche imbarazzo. Dopo solo un mese da quando sono partite le pubblicazioni del nuovo quotidiano diretto dal bravo Stefano Feltri, la società editrice Domani perde il proprio presidente. Il senatore Dem Luigi Zanda ha infatti deciso di dimettersi da presidente del consiglio di amministrazione del gruppo fondato dall’ex editore di Repubblica Carlo De Benedetti. Il motivo? Il conflitto di interesse tra il proprio ruolo parlamentare che fa parte della maggioranza che sostiene il governo e la linea del Domani fortemente antipatizzante e critica nei confronti di Giuseppe Conte.
Luigi Zanda
“Cari amici, a più di un mese dalla nascita di Domani - scrive Zanda nella lettera di dimissioni indirizzata al Cda e al collegio sindacale del quotidiano - sento di dover fare un primo consuntivo: queste prime settimane mi hanno permesso di constatare che la posizione di presidente del consiglio di amministrazione è, in molte circostanze, non compatibile con la funzione di senatore del Partito Democratico e del centrosinistra italiano. In una parola, ho compreso di trovarmi in una posizione di conflitto di interessi politico-editoriale che, per mio costume e per mia profonda convinzione, non posso sottovalutare”.
“È quindi con grande rammarico - conclude il parlamentare Dem - che sono costretto a comunicarvi d’aver deciso di dimettermi da presidente e da consigliere di Domani, alla cui nascita ho, assieme a voi, partecipato con molta intensità e alla cui ideazione da parte dell’ingegner Carlo De Benedetti ho dato tutto il contributo di idee che potevo. A voi i miei saluti più cordiali e a Domani auguri sinceri di successo. Con amicizia”.
Ora, qualcosa non torna. Zanda, a lungo capogruppo al Senato del Nazareno, di fatto il numero due dei Dem, ha lasciato sei mesi fa ha lasciato l’incarico di tesoriere del Pd, l’uomo che aveva le chiavi della cassa del partito, per aderire all’innovativo progetto editoriale, con tanto di fondazione quasi un unicum in Europa, dell’Ingegnere. Un periodo di tempo in cui la coppia De Benedetti-Feltri ha iniziato a preparare il nuovo prodotto.
Se durante le riunioni con i due per far partire la nuova creatura giornalistica, il senatore cagliaritano non ha compreso la posizione fortemente critica di CdB nei confronti di Conte e che il neo-direttore ha dovuto tradurre nel mandare in stampa ogni giorno il nuovo quotidiano, Zanda allora si è perso anche tutte le comparsate dell’Ingegnere prima dello sbarco in edicola e sul web di Domani, comparsate in chiave marketing in cui l’editore non è stato certo avaro di critiche nei confronti di Conte.
Più volte, infatti, nelle molte ospitate dalle varie Gruber e Formigli, De Benedetti ha definito Conte un signor nessuno, un trasformista, un manager e non un politico, uno che non ha un progetto per il Paese e che vive alla giornata. E allora il Pd Zanda, in quei sei mesi alla tolda di comando del consiglio di amministrazione in cui dava il proprio "contributo di idee" con tutto se stesso per mandare alle rotative il giornale e mentre il governo giallo-rosso si avviava a oltrepassare la boa del primo anno di vita, che faceva? Dormiva? Pensava al domani e non all'oggi?