Economia
Debito, Ue: l'Italia resta un sorvegliato speciale
Ci risiamo: il solito fardello del debito pubblico (il secondo della Ue, dopo la Grecia e prima del Portogallo), moloch che, nelle prospettive del governo, dovrebbe iniziare a calare solo nel prossimo anno. E così, visto che i lavoratori e le imprese italiane sono poco produttive, ergo le prospettive di crescita e il miglioramento della produttività del Paese sono troppo basse per generare ricchezza, se vogliamo restare nell'Ue quel debito è un problema, perché non è sostenibile. Debito che Bruxelles definisce tecnicamente "squilibrio macroeconomico" che resta "eccessivo". E' la conclusione a cui arriva il nuovo rapporto sugli squilibri dove l'Italia compare nel nutrito gruppo di Paesi più a rischio.
La Commissione quindi stenderà un'analisi approfondita (in depth review) a febbraio 2016 per l'Italia e altri 17 Paesi Ue che presentano squilibri. Tra essi c'è anche la Germania che continua ad essere sotto osservazione per il surplus troppo elevato. "A febbraio 2015 la Commissione ha concluso che l'Italia presenta squilibri macroeconomici eccessivi che richiedevano azioni decise e un monitoraggio specifico, in particolare sul debito molto alto e la debolezza della competitività. Nella classifica aggiornata sono diversi gli indicatori che oltrepassano le soglie indicative, in particolare perdita di quote di export, debito, disoccupazione e aumento di quella giovanile", scrive Bruxelles nel nuovo rapporto.
"Il calo della produttività e la bassa inflazione, trattengono la riconquista della competitività" e il debito "è salito nel 2014, guidato da crescita e inflazione basse, e deficit". Inoltre, "la debolezza economica si riflette anche nel declino del rapporto investimenti/pil, parzialmente guidati da un'ulteriore contrazione del credito nel 2014". Le condizioni del credito infatti, "nonostante alcuni miglioramenti da metà 2014, continua a risentire della grande quantità di crediti deteriorati".
Infine, la disoccupazione ha avuto il suo picco nel 2014, ma resta elevata assieme a quella giovanile e quella di lungo termine. Anche gli indicatori sociali e sulla povertà sono stabili, ma "a livelli preoccupanti". Per questo la Commissione "trova utile anche prendendo in considerazione l'identificazione degli squilibri eccessivi a febbraio, esaminare ancora la persistenza dei rischi macroeconomici e monitorare i progressi nell'allentamento degli squilibri".