Economia

Dl rilancio, Misiani:"Contributi in ritardo? Solo ora sappiamo quanto serviva"

E sulla lentezza della concessione dei prestiti dopo il varo del decreto Liquidità? "Inaccettabili alcuni ritardi del sistema bancario", dice il viceministro

I contributi a fondo perduto potevano esser erogati prima? No, perché solo dopo i dati di marzo e aprile abbiamo avuto contezza del numero delle imprese che sono state più penalizzate dall’effetto Covid-19 e quindi della portata complessiva dell’intervento”.

Il viceministro dell’Economia Antonio Misiani risponde così a Mattino 24, su Radio 24 alla critica di mancata rapidità dell’introduzione della misura proposta dal Ministero dello Sviluppo e che rientrerà nel decreto Rilancio che dovrebbe arrivare oggi in consiglio dei ministri. Per le aziende più piccole, quelle cioè con un fatturato fino a 5 milioni, scatteranno contributi a fondo perduto, che potranno arrivare fino a 62 mila euro sempre a condizione che il fatturato sia sceso di almeno un terzo.

"C'è una riflessione in atto sul pagamento della rata Irap di giugno", ha sottolineato poi Misiani, commentando quando detto ieri sera dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri sulla decisione di abbonare la rata di saldo e acconto dell'Irap a giugno.

Quanto a un ipotetico legame con il Meccanismo europeo di stabilità, ha osservato il viceministro Dem, "non credo che ci sia un legame diretto" con il meccanismo" visto che "il decreto è stato finanziato con lo scostamento di bilancio già chiesto e approvato dal Parlamento".

Sui ritardi della cassa integrazione, il numero due del Tesoro ha spiegato che "ci sono difficoltà vere e inaccettabili sull'erogazione. Parte di questi lavoratori non ha ancora ricevuto nulla e, come annunciato dal presidente del Consiglio, interverremo in questo decreto per semplificare e accelerare le procedure in particolare per la cassa integrazione in deroga che è gestita insieme alle regioni che si sono mosse con velocità differenti da regione a regione. Ci sono ritardi da colmare, una arretratezza di alcuni ambiti della Pa, ma in alcuni ambiti però la risposta è stata all'altezza".

Misiani poi ha spiegato che "immaginare una crisi di Governo in piena emergenza coronavisrus sarebbe una cosa lunare". "Siamo in una condizione di emergenza sanitaria - ha premesso - siamo appena entrati in una Fase 2 che ha degli elementi di incertezza. I dati sui contagi stanno migliorando ma non possiamo dire di essere fuori da questa disastrosa pandemia. In questa condizione, immaginare una crisi di Governo sarebbe una cosa veramente lunare, che nessuno capirebbe nel nostro Paese".  

"Credo che in questa fase - ha spiegato ancora Misiani - sia necessaria la massima coesione nazionale, come accade in tutti i Paesi europei e concentrarsi sulle cose da fare, che oggi sono aiutare le famiglie e le imprese a superare questa emergenza. Poi magari, quando saremo in una condizione di maggiore normalita', potremmo riprendere tutte le riflessioni e le dinamiche politiche che ci hanno accompagnato fino a gennaio. Ma oggi ha poco senso fare quel tipo di ragionamento".

E sulla lentezza della concessione dei prestiti dopo il varo del decreto Liquidità? "Inaccettabili alcuni ritardi del sistema bancario", ha sottolineato il viceministro dell'Economia. Sui prestiti alle imprese garantiti fino al 100% dallo Stato "abbiamo scritto un provvedimento sostanzialmente auto applicativo con una procedura semplificata, poi ci sono banche che erogano questi finanziamenti in 72 ore e altre che invece ci mettono molto, molto più tempo. E' colpa del legislatore? Della pubblica amministrazione? O ci sono responsabilità anche del sistema bancario? O almeno, di una parte di questo sistema che sta rispondendo con un'inaccetabile lentezza", ha spiegato.

"Le norme sulla responsabilità penale sono previste in tutta Europa, Germania compresa che è il Paese indicato come modello nell'erogazione di nuova liquidità alle imprese - ha continuato Misiani - Lo Stato ha dato copertura fino al 100% azzerando il rischio delle banche, poi in sede di conversione parlamentare del decreto liquidità noi siamo disponibili a fare tutti i miglioramenti e gli interventi legislativi necessari ma ognuno si assuma le proprie responsabilità - ha sottolineato ancora - perché se ci sono banche che erogano questi prestiti in pochi giorni, allora il problema non è come è scritta la legge ma ci sono problemi di organizzazione di alcuni pezzi del sistema bancario che non è efficiente allo stesso modo in maniera omogenea".

Intanto, dalla maggioranza filtra che fra i capitoli che necessitano di un'ulteriore riflessione all'interno del decreto legge Rilancio ci sono le misure relative alle banche.