Economia
E-commerce, da comodità a beffa: 7 siti su 10 sono fuorilegge. Ecco quali
Secondo una ricerca 36 aziende su 50 non rispettano le normative italiane ed europee per la vendita online
Nella schermata successiva emerge il fatto che i dati personali sono stati effettivamente salvati dalla piattaforma che infatti li ripropone all’utente per la verifica, prima di condurlo sulla pagina del pagamento. La normativa privacy europea prevede che già la raccolta di un dato personale senza l’eventuale successivo utilizzo sia comunque un trattamento legalmente rilevante che necessita di un consenso dell’utente.
La volontà sul conferimento di questi dati da parte dell’utente deve essere un’azione affermativa, come con la spunta sulla check box di cui si parlava prima, e il consenso deve essere preventivo e informato; quindi, l’utente deve sapere in anticipo come verranno utilizzati i suoi dati e per quali finalità.
Questo è solo un esempio di e-commerce da rivedere a livello legale ma tra i 50 siti italiani sono stati trovati errori quali: Termini e Condizioni di Vendita senza diritto di reso che invece è obbligatorio per i consumatori, oppure, trattamenti dati personali fermi ancora all’ex Decreto Legislativo 196/2003, peccato che dal 25 maggio 2018 ci sia il GDPR!
Inoltre, non bisogna dimenticare che pochi giorni fa è diventata legge anche in Italia, dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri, la Direttiva Omnibus europea su sconti e recensioni che rivoluzionerà la vendita online. Quando si adegueranno le aziende italiane a questa novità legislativa se ancora oggi ci sono tanti problemi?