Economia

Ecco il contratto di lavoro per la Gig Economy

La somministrazione

I lavoratori della Gig Economy o dell’economia “on demand”- ossia tutti quei lavori mediati da un APP - sono circa 1 milione secondo la recente ricerca della Fondazione Rodolfo Debenedetti. Di questi circa il 10 per cento è rappresentato dai riders. Ma il dato più significativo  è che oltre il 70 per cento dei riders sono lavoratori occasionali: il 50% lo fa per 1-4 ore a settimana e il 20% per 5-9 ore. L’età media è molto giovane, il 78% è under 30, con un turn over elevatissimo.  Si tratta, quindi, di lavoro saltuario.

 

La giungla dei contratti di lavoro. Sono tutti inquadrati dal punto di vista contrattuale con diverse formule del lavoro autonomo. Il 10% sono inquadrati come co.co.co., mentre il 50% con contratto di collaborazione occasione a ritenuta d’acconto. Il 50% è pagato a consegna mentre il 20% è pagato a ora. Da questi dati è evidente che parliamo di lavoro soprattutto occasionale e inquadrato prevalentemente con la collaborazione occasionale, e integrativo rispetto ad altri lavori.  Il lavoro saltuario e a richiesta.

 

La soluzione contrattuale proposta da Orienta: il contratto di somministrazione. L’esigenza sollevata è quella di fornire maggiori tutele a questi lavoratori senza minare la necessità di una gestione flessibile ed elastica di questa modalità lavorativa.  La migliore soluzione in questo senso è il contratto di somministrazione, un contratto di lavoro subordinato, visto l’auspicio del Ministro del Lavoro Di Maio di collocare questi lavori nell’alveo del lavoro dipendente. Questo contratto prevede la possibilità di essere attivato anche per un solo giorno (massimo di flessibilità) e allo stesso tempo contiene tutte le tutele e le garanzie tipiche del lavoro dipendente (massimo delle tutele): retribuzione minima garantita, ferie, Tfr, contributi Inps, Inail, contributi per la disoccupazione, sanità e così via. Si tratta, formalmente, di un contratto da dipendente flessibile. Inoltre, il contratto di somministrazione prevede delle tutele aggiuntive a quelle classiche del lavoro dipendente garantite dal sistema di bilateralità del settore, come: formazione, acceso al credito, forme di sostegno al reddito integrative, per la maternità,  per l’asilo  nido, per la non autosufficienza, per la mobilità. Si tratta di un vero e proprio sistema di welfare integrativo per la flessibilità.

 

“Il contratto di somministrazione consente ad un lavoratore di avere tutte le tutele del lavoro subordinato anche per periodi lavorativi brevi  e discontinui e alle aziende che utilizzano questa tipologia contrattuale di poter attivare un rapporto di lavoro in modo flessibile e senza nessun aggravio burocratico – spiega Giuseppe Biazzo, AD Orienta Spa, una delle principali Agenzie per il Lavoro italiane -. Ci sono molti settori economici come quello delle pulizie, della ristorazione, dei servizi alla persona e così via in cui ci sono esigenze simili a quelle del Food Delivery e in genere a quelle della Gig Economy che ricorrono alla somministrazione per gestire la flessibilità. Certo, probabilmente ci sarà bisogno di un intervento legislativo per rendere più conforme la somministrazione alla Gig Economy ma questo è lo strumento migliore che abbiamo sul tappeto per conciliare flessibilità e tutele.”