Economia
Eurogruppo, il francese Le Maire sbotta: "Trattativa vergogna per l'Europa"
Coronabond, la strenua opposizione dell'Olanda anche alla proposta di mediazione francese d'istituzione di un fondo temporaneo per l'emergenza Covid
“Mentre i morti si contano a centinaia, a migliaia, i ministri delle Finanze giocano con le parole e gli aggettivi. E' una vergogna per i ministri delle Finanze, per l'Eurogruppo e per l’Europa". Attorno alle 5 del mattino e dopo una notte di negoziati, il ministro dell'Economia francese, Bruno Le Maire non ha nascosto la sua esasperazione ai partner, tuonando così durante la videoconferenza, secondo la ricostruzione della tv francese Bfm Business.
“Dobbiamo avere una comune comprensione della gravità della crisi e decidere di una risposta comune forte”, ha insistito il ministro dell’Economia di quella Francia che ha assunto il ruolo di spinta e mediazione sul fronte della mutualizzazione del debito che attraverso il compromesso transalpino offerto ai Paesi del Nord passerebbe attraverso la creazione di un fondo temporaneo per finanziare la ripresa post-coronavirus in grado di emettere eurobond. Un fronte di cui fanno parte la grande maggioranza dei "soci'" dell’Eurogruppo.
“Saremo giudicati severamente - ha aggiunto - prima di tutto dai mercati, poi dalle nostre popolazioni e dagli altri Paesi che ci vedono incapaci di superare le divergenze". Francia e Germania “hanno fatto molto e trovato un compromesso sul testo”, ha poi indicato, tornando ad ammonire che “sono in gioco il futuro dell'Europa e dell’euro" prima della sospensione dei lavori e del rinvio della riunione a domani (il confronto ripartirà giovedì alle 17).
Secondo quanto ricostruisce l'agenzia Radiocor, tre quarti delle questioni al tavolo dell'Eurogruppo sono state risolte, ma è sull'ultimo quarto che la discussione si è arenata. Parte dove l'Olanda è la strenua oppositrice al varo del fondo. In realtà non c'è una classica rottura di un negoziato perché la riunione dei ministri finanziari è stata già riconvocata per domani. Tuttavia non è stato trovato l'accordo sul fondo per il rilancio dell'economia e in particolare sul modo di finanziarlo. Il fronte dei Paesi che vogliono un impegno non vago a emettere una obbligazione comune ha tenuto le posizioni: sono 11 o 12 tra cui tutto il fronte del Sud, la Francia che ha lanciato la proposta in discussione, l'Irlanda. E naturalmente l’Italia.
La proposta francese di lanciare un bond comune scadenza 15-20 anni è “figlia” della lettera presentata da 9 leader a fine marzo sulla quale già era fallito un Consiglio europeo: Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Slovenia, Lussemburgo, Irlanda (paese che un tempo faceva parte della Nuova Lega Anseatica rigorosa sui conti pubblici), Grecia e Belgio. Chiara l'idea: emissione di un bond da parte di una istituzione europea in una operazione diversa dalle emissioni classiche di obbligazioni da parte della Commissione o della Bei (che sono istituzioni europee) e da parte del Mes (che è una istituzioni intergovernativa fondata su un trattato specifico tra gli Stai Eurozona), strumento che abbasserebbe per molti Paesi, Italia compresa, il costo dell'emissione.
Danimarca e Svezia sono schierati con il fronte dei Nordici e con la Germania. La posizione tedesca è come sempre dirimente, la linea della cancelliera Merkel è stata dall'inizio della riunione nella direzione di un'approvazione dei tre pilastri rinviando la decisione sul fondo comune anticrisi all'autunno. Lasciare aperta la prospettiva di un coronabond serve a risolvere il problema dei prestiti del Meccanismo europeo di stabilità (Mes): Italia e Spagna rifiutano scrivere nero su bianco che una volta finita la crisi sanitaria i Paesi che hanno chiesto un prestito si impegnino a riportare i conti pubblici in equilibrio nel quadro della normale sorveglianza europea.
Se ci fosse un impegno preciso nella direzione degli eurobond questa posizione cambierebbe. L'Olanda fa da punta di sfondamento: il ministro Hoekstra ha indicato che le euro obbligazioni “creerebbero più problemi che soluzioni per la Ue”. Mentre, sempre sul tema, il ministro tedesco delle Finanze Olaf Scholz, che si è definito "ottimista" sul raggiungimento di un accordo, ha ribadito che "il rilancio dell'economia può avvenire con strumenti molto classici già esistenti come il bilancio europeo". Una dichiarazione dalla quale si capisce che la Germania per ora non prevede cambi di posizione sull'emissione di una obbligazione comune.
Intanto, con un tweet, il Commissario europeo agli Affari economici, Paolo Gentiloni, ha invitato l”#Eurogruppo “al senso di responsabilità necessario in una crisi come questa”. Responsabilità che, per le decisioni ad hoc a Bruxelles, passa dall'unanimità.
@andreadeugeni