Economia
Farina (Ania): "Crescita a rischio: la Bce intervenga sugli spread in rialzo"
Calano i costi delle polizze auto, che rimangono però più care rispetto alla media europea
Farina (Ania): "Inflazione alle stelle e pil in calo, serve l'intervento della Bce"
Oggi è il 131° giorno di guerra. Lo ricorda Maria Bianca Farina, presidente di Ania, all’inizio del suo discorso per l’assemblea annuale di Ania, l’Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici. Un comparto fondamentale, a volte un po’ dimenticato in favore delle banche. Eppure, quando la presidente parla del conflitto tra Russia e Ucraina non lo fa per meri fini statistici, ma perché l’invasione ha portato ulteriore tensione a un sistema globale che era già surriscaldato dalla carenza di materie prime, da difficoltà logistiche e da un incremento dei prezzi.
“L’inflazione rimarrà elevata molto più a lungo di quanto immaginavamo soltanto sei mesi fa. Per il 2022, nelle economie avanzate è prevista dal FMI al 5,7%, mentre in Italia le ultime previsioni convergono su valori superiori al 6% in media d’anno. Un impatto pesante” chiosa la Farina. E il primo ritorno è sulla crescita azzoppata. Doveva essere un 2022 di ripresa, di rilancio, di entusiasmo per un Covid che veniva definitivamente accantonato e per un Pnrr che avrebbe permesso all’Italia e all’Europa di ripartire con nuovi presupposti. E invece sembra che tutto voglia confermare una delle famose teorie di Murphy, “se qualcosa può andar male lo farà”.
Per ora registriamo un rallentamento della crescita globale: secondo il Fondo Monetario Internazionale, dal 6,1% nel 2021 al 3,6% nel 2022. In Italia, si passerebbe, secondo le previsioni di Consensus, dal 6,6% del 2021 al 2,5% di quest’anno. È però forte l’incertezza che aleggia sulle previsioni, come evidenziato nelle ultime settimane dall’andamento fortemente negativo dei mercati finanziari, che non a caso oggi sono in pesante flessione dopo la progressiva presa di coscienza che con ogni probabilità assisteremo a una radicale frenata nel 2022 e a una nuova recessione, la quarta in 15 anni, nel 2023.
La presidente di Ania si mostra poco entusiasta di quanto fatto dalle autorità. “La decisione della BCE – ha spiegato nel suo intervento - di annunciare l’avvio del rialzo dei tassi, senza contemporaneamente prevedere un adeguato meccanismo per evitare inopinate impennate degli spread, ha alimentato turbolenze sui mercati e costituito un problema in più per economie come la nostra, gravate da ingenti stock di debito pubblico. È ora necessario definire e rendere operativo il meccanismo di intervento annunciato dalla BCE, senza trascurare che il suo successo deriverà essenzialmente dalla sua credibilità e dal fatto di essere supportato dalla comune volontà politica dei grandi Paesi europei”.
Risultati e trend del mercato assicurativo italiano
Nel 2021 i premi complessivi Vita e Danni hanno raggiunto 140 miliardi di euro, in aumento del 3,8%, tornando così al livello del 2019. In particolare, i premi Vita, il risparmio che gli italiani ci affidano, hanno segnato un risultato di 106 miliardi, in crescita del 4,5%. Molto significativo è stato l’incremento dei prodotti multiramo, prodotti in grado di adattarsi al cambiamento degli scenari economico-finanziari, delle preferenze dei risparmiatori, delle aspettative dei clienti nel corso del tempo. I premi Danni, con una raccolta di 34,1 miliardi, sono aumentati del 2%, per effetto di una ulteriore riduzione dei premi r.c. auto del 4,5% e di un apporto positivo, pari a quasi il 6%, degli altri rami Danni. Si conferma così una domanda di protezione in crescita, seppure ancora insufficiente per superare la situazione di sottoassicurazione che connota il nostro Paese. Gli investimenti complessivi hanno sfiorato i 1.050 miliardi ed è proseguito il trend di diversificazione di portafoglio con l’incremento di asset alternativi.
“Per le assicurazioni italiane – aggiunge Farina - si tratta di affrontare, per la prima volta dagli anni ‘80, uno scenario di tassi in rialzo e di soddisfare la domanda, da parte dei risparmiatori, di protezione rispetto all’inflazione. Di per sé, tassi più alti non sono un problema per la nostra industria, ma la velocità del rialzo rende di cruciale importanza riuscire a mantenere una raccolta positiva, per garantire investimenti con rendimenti sensibilmente superiori rispetto a quelli ottenibili solo pochi mesi fa. Per quanto riguarda le necessarie integrazioni al nostro prezioso sistema pubblico, in particolare quello previdenziale, vogliamo favorire la diffusione delle coperture integrative (che in Italia rappresentano solo il 6% del finanziamento complessivo delle pensioni, contro il 50% nel Regno Unito e il 52% nei Paesi Bassi). A tal fine, svilupperemo iniziative mirate e innovazione di prodotto”.
Cala il prezzo delle Rc Auto
Per quanto riguarda il ramo R.C. Auto, nei primi mesi del 2022, malgrado il balzo dell’inflazione, si registrano prezzi in ulteriore, significativa diminuzione. Si è così ridotto drasticamente il divario dei prezzi rispetto alla media europea, da 213 euro nel periodo 2008-2012 a 47 euro nel 2021, nonché tra le diverse aree del territorio nazionale.
“Dobbiamo però essere consapevoli – conclude Farina - che stiamo entrando in una nuova fase. L’inflazione è destinata ad avere un impatto sul costo dei sinistri, già in crescita nel 2021, e si rendono perciò ancor più necessarie riforme organiche del sistema che lo rendano sostenibile nel medio-lungo termine. Mi riferisco, in particolare, alla revisione del bonus-malus, alla modifica dell’imposizione fiscale sui premi, molto penalizzante nel confronto con l’Europa, alla definizione univoca del risarcimento dei danni per lesioni gravi alla persona”.