Economia

Fondo sovrano norvegese oil-free: addio alle azioni delle società petrolifere

Lo scopo: ridurre la doppia dipendenza dal prezzo del greggio di uno Stato come la Norvegia che maggior produttore di petrolio e gas dell'Europa occidentale

Con il rallentamento dell'economia mondiale che impatta sul prezzo del petrolio, svolta epocale per il fondo sovrano della Norvegia, il più grande del mondo, che dice addio agli investimenti nelle compagnie petrolifere e del gas. L'annuncio, dopo più di un anno di deliberazioni, è stato dato dal Governo norvegese ed ha come obiettivo quello di ridurre l'esposizione del paese scandinavo all'oro nero. Una decisione, assicurano, dettata da considerazioni finanziarie e non ambientali, ma il disinvestimento di un investitore che pesa oltre un miliardo di miliardi di dollari sarà certamente percepito come un duro colpo per gli idrocarburi.

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La notizia che il principale fondo del mondo, quindi, farà uscire le compagnie petrolifere e del gas dal suo indice benchmark e dall'universo dei suoi investimenti, ha innescato una caduta dei titoli energetici in tutto il mondo. Le azioni di petrolio e gas hanno rappresentato il 5,9% degli investimenti azionari a fine 2018, corrispondenti a circa 37 miliardi di dollari, secondo i dati del fondo.

"Il governo sta proponendo di escludere le società classificate come societa' di esplorazione e produzione nel settore energetico dal fondo per ridurre il rischio aggregato del prezzo del petrolio sull'economia norvegese", ha affermato il ministero delle finanze in una nota. L'obiettivo della proposta, avviato dalla banca centrale che gestisce il fondo, è quello di rendere la ricchezza del governo norvegese meno vulnerabile a un calo permanente dei prezzi del petrolio, ora che il fondo ha aumentato la sua esposizione ai titoli azionari al 70% dal precedente 60%.

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Il fondo sostiene che non ha molto senso che la Norvegia sia esposta doppiamente ai mercati petroliferi.

Essendo il maggior produttore di petrolio e gas dell'Europa occidentale, le sue fortune sono già fortemente legate al petrolio, derivando quasi la metà delle sue esportazioni e oltre il 20% delle entrate dello stato dalle materie prime.

Il fondo, che investe i ricavi norvegesi dalla produzione di petrolio e gas per le generazioni future in azioni, obbligazioni e immobili all'estero, è un importante investitore in societa' petrolifere, con partecipazioni a fine 2018 del 2,45% in Shell, 2,31% in Bp, 2,02% in Total, 0,99% in Chevron e 0,94% in ExxonMobil.