Economia

Ftx, class action da 11 miliardi. Ma è il paradigma cripto ad agonizzare

di Marco Scotti

La Silicon Valley, l'idea che si possa crescere all'infinito senza sosta, è entrata in crisi definitivamente

La class action contro Ftx

Per Ftx si profila una grana ulteriore: una class action degli utenti (oltre un milione secondo le ultime stime) per un totale di 11 miliardi. Sotto attacco anche i molti volti noti, da Gisele Bundchen a Tom Brady, da Shaquille O’Neal a Stephen Curry, che si erano prestati a sponsorizzare la piattaforma e che ora vengono accusati – nella migliore delle ipotesi – di aver associato il proprio nome alla creatura di Sam Bankman-Fried con eccessiva facilità, allettati da compensi stratosferici. Stephen Curry, ad esempio, ha ricevuto un assegno da 10 milioni di dollari. Il che, anche per un multimilionario, rappresenta un gran bell’incentivo. 

Sempre i numeri certificano il tracollo di Ftx deve ai suoi 50 maggiori creditori almeno 3,1 miliardi di dollari. Lo scrive il Washington Post, citando nuovi documenti processuali. L'importo più alto da restituire è di 226 milioni di dollari. Ci sono anche 10 creditori che vantano crediti per almeno 100 milioni di dollari. Tra le società che hanno investito in Ftx BlackRock, Sequoia Capital, Tiger Global e il fondo pensionistico Ontario Teachers' Pension Plan. A riprova che le criptovalute sono decisamente pervasive all’interno del sistema finanziario, tanto da convincere i fondi pensioni a puntare su di loro. 

Tutti addosso alle criptovalute dunque? Non esattamente. Il miliardario Bill Ackman (patrimonio da oltre 3 miliardi di dollari) ha scritto un lungo post su Twitter in cui sostanzialmente sosteneva che le “cripto sono qui per restare”. “Il telefono, Internet e le criptovalute – ha scritto sul social oggi di proprietà di Elon Musk - condividono una cosa in comune. Ogni tecnologia migliora rispetto alla successiva in termini di capacità di facilitare le frodi. In quanto tale, inizialmente ero un cripto scettico, ma dopo aver studiato alcuni dei progetti crittografici più interessanti, sono arrivato a credere che la crittografia possa consentire la formazione di attività e tecnologie utili che prima non potevano essere create".

"La capacità di emettere un token per incentivare i partecipanti a un'impresa - si legge ancora nel post di Ackman - è una potente leva per accedere a una forza lavoro globale per portare avanti un progetto. Il problema con le criptovalute è che i promotori non etici possono creare token semplicemente per facilitare schemi di pump and dump. Potrebbe infatti essere che la stragrande maggioranza delle criptovalute venga utilizzata per scopi fraudolenti piuttosto che per costruire attività legittime. Nonostante la capacità delle criptovalute di facilitare le frodi, con il vantaggio di una regolamentazione e di una supervisione ragionevoli, il potenziale della tecnologia crittografica per un impatto sociale benefico potrebbe eventualmente essere paragonato all'impatto del telefono e di Internet sull'economia e sulla società”.