Economia

Ftx, class action da 11 miliardi. Ma è il paradigma cripto ad agonizzare

di Marco Scotti

La Silicon Valley, l'idea che si possa crescere all'infinito senza sosta, è entrata in crisi definitivamente

"Criptovalute, un nuovo asset con un vecchio problema"

Di contro, il Financial Times ha bollato l’intero mondo cripto come “un nuovo asset con un vecchio problema”, ovvero che quando si scatena il panico e la corsa a ritirare i depositi, non ci sono adeguate coperture e la struttura collassa. È successo nel 1929, è capitato nel 2008, quando la bolla dei mutui subprime si scontrò con colossi della finanza che avevano operato con leve decine di volte superiori al capitale realmente disponibile nelle casse. 

Infine, a remare contro il futuro dei bitcoin c’è anche la congiuntura economica difficilissima. Nell'attuale contesto di aumento dei costi energetici, infatti, il mining di Bitcoin risulta molto dispendioso, spingendo alcuni minatori a spegnere le loro macchine, a liquidare le riserve di criptovalute e a ricalibrare le loro strutture di costo con conseguenze per i volumi di trading. Il costo dell'energia per chilowattora (kWh) più basso rende il mining più redditizio e viceversa. Naturalmente, un prezzo del bitcoin più alto rende il mining più redditizio e viceversa. 

Insomma, gli elementi per il tracollo delle criptovalute ci sono tutti. Gli esperti sono ancora divisi: si tratta di un altro “inverno” come già successo negli anni scorsi o del crollo del paradigma stesso di una valuta alternativa, non regolamentata eppure efficace? La risposta a questa domanda può rappresentare non soltanto un esercizio retorico e un orientamento per gli investimenti, ma soprattutto significare la rottamazione di un intero paradigma. Una sfida epocale