Economia
Generali batte il mercato: 802 mln di utili."Buyback?Opzione valida senza M&A"
La trimestrale delle Generali
L’asset management, la resilienza del Vita in un contesto di bassi tassi d’interesse, l’impatto minore della fiscalità e il venir meno di svalutazioni e oneri straordinari legati alla pandemia Covid spingono i profitti trimestrali delle Generali a 802 milioni da 113 milioni un anno prima, un risultato che batte le attese degli analisti che si aspettavano un utile netto (consensus) di 705 milioni di euro.
Sopra le stime del mercato anche il Solvency Ratio cresciuto al 234% dal 224% di fine 2020 (stimato al 231%) e l'utile operativo è cresciuto dell'11% a 1,6 miliardi. Dal punto di vista della raccolta, i premi sono cresciuti del 4,2% a 19,7 miliardi con trend positivi sia nel Vita (+5,5%) sia nei Danni (+1,9%).
Il business è stato meno impattato rispetto ai concorrenti dalla crisi del Covid in settori come eventi o credit insurance, ma ha comunque sofferto per il comparto viaggi. Nel primo trimestre, la controllata Europ Assistance ha visto premi in flessione del 26,3% soprattutto sulla linea viaggi a causa delle restrizioni per la pandemia. Una ripartenza è attesa nel terzo trimestre, "ma sarà importante la velocità di evoluzione dei vaccini nei diversi paesi", ha spiegato il chief financial officer Cristiano Borean.
Il gruppo triestino, che presenterà il nuovo piano strategico tra fine 2021 e inizio 2022, ha confermato i target delle attuali strategie che hanno come orizzonte temporale quest'anno: una crescita annua composta 2018-2021 degli utili per azione tra il 6% e l'8%, un Roe atteso del 2021 maggiore dell'11,5% e un obiettivo di dividendi cumulati 2019-2021 tra 4,5 e 5 miliardi, subordinatamente al contesto regolatorio. Generali ha 2,3 miliardi di euro in cassa per acquisizioni, liquidità che come più volte sottolineato dall’amministratore delegato Philippe Donnet verrà impiegata ”per creare valore per gli azionisti".
A chi chiedeva delucidazioni su un'ipotesi buyback per utilizzare eventuale capitale in eccesso, Borean ha risposto: "Tutte le opzioni sono aperte, ma vogliamo utilizzare l'M&A come leva di differenziazione delle sorgenti di cash-flow”. Nel corso del 2021, con riferimento al segmento asset management, "proseguiranno le azioni volte a identificare opportunità di investimento tramite l'espansione della piattaforma multi-boutique", si legge in una nota della compagnia.
Nessuna parola sulle discussioni in corso fra gli azionisti sulla governance della compagnia in vista del rinnovo delle cariche sociali del prossimo anno. Il vicepresidente Francesco Caltagirone ha messo sul tavolo una serie di opzioni a partire dall’introduzione del direttore generale, dalla creazione di un comitato esecutivo e di inserire in organico un presidente forte, con maggiori skill sull’M&A. Punti che di fatto limitano i poteri dell'amministratore delegato e che animeranno il dibattito da qui al prossimo Cda di giugno che dovrebbe aprire la delicata procedura sulla preparazione della lista del consiglio. Ma i top manager del Leone sull’argomento tagliano corto.
“Non commento questioni riguardanti la governance. Come più volte ha ripetuto il nostro Ceo il focus del management è realizzare il piano strategico 2021, approvato dal cda, e raggiungere gli obiettivi annunciati al mercato”, ha commentato Borean.
Infine, mentre il titolo chiude a Piazza Affari con un timido rialzo dello 0,2% a 17,68 euro, gli analisti parlano di risultati solidi. Basteranno a convincere Caltagirone e Del Vecchio in vista della procedura per il rinnovo del board che sta per aprirsi?