Economia

Generali, in 8 (su 12) a favore di Donnet. La riconferma del Ceo al Cda del 27

di Andrea Deugeni

Riunione informale dei consiglieri. Voto di maggioranza a portare in Cda (si spacca) il 27 la disponibilità di Donnet a un altro mandato. Pucci si astiene

In tre contrari a riportare il tema del rinnovo di Philippe Donnet in consiglio il 27: Francesco Caltagirone, Romolo Bardin e Paolo Di Benedetto. Astenuta Sabrina Pucci, consigliere indipendente riconducibile La Leonardo Del Vecchio che non ha espresso alcuna preferenza in quanto critica sulle modalità di gestione del tema. Il resto, otto consiglieri, a favore. Si è concluso così secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it (prima della diffusione del comunicato delle Assicurazioni Generali), esito confermato da diversi partecipanti, la riunione informale dei membri non esecutivi del board sul tema “lista del consiglio” e rinnovo dell’amministratore delegato delegato Philippe Donnet.

Una riunione in cui il presidente Gabriele Galateri ha fatto ufficializzato la disponibilità del Ceo ad un altro mandato triennale e che, dopo uno scambio di opinioni in cui ogni consigliere ha espresso le proprie valutazioni a favore o contro il portare in consiglio il 27 la disponibilità di Donnet a ricandidarsi, ha votato a maggioranza sul tema.

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Il consigliere delle Generali Romolo Bardin (Delfin) oggi all'ingresso della torre Generali a Milano

Nel board del 27 che si esprimerà sull’avvio dell’iter per la compilazione della lista del consiglio, in caso di vittoria come ormai sembra sicuro del fronte del , il top manager francese farà parte dell’elenco, epilogo che darà il via alla formazione di un’altra lista da parte di Leonardo Del Vecchio e del vicepresidente del Leone Francesco Caltagirone, imprenditori che hanno siglato un patto di consultazione sull’11% del capitale del compagnia e che vogliono una discontinuità a Trieste mettendo fuori Donnet.

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Il consigliere delle Generali Clemente Rebecchini (Mediobanca) oggi all'ingresso della torre Generali a Milano

In serata è stato diffuso un comunicato ufficiale da parte del colosso delle polizze sull’incontro a cui hanno partecipato in presenza oltre al presidente Galateri anche i consiglieri Romolo Bardin e Clemente Rebecchini. Gli altri hanno partecipato ai lavori collegati da remoto, come avvenuto negli ultimi Cda.

"I consiglieri non esecutivi di Generali, riunitisi il 14 settembre 2021, hanno preso atto della disponibilità del group Ceo Donnet, a ricoprire la carica di amministratore delegato per un terzo mandato. Alla luce di ciò, i consiglieri non esecutivi a maggioranza hanno espresso apprezzamento per il lavoro svolto e i risultati conseguiti da Philippe Donnet, accogliendo favorevolmente tale disponibilità in vista, nel caso in cui il Consiglio uscente proceda alla presentazione di una lista per il rinnovo del Consiglio, di una sua inclusione nella citata lista con il ruolo di amministratore delegato anche per il prossimo mandato", scrive la nota emessa dal Leone poco prima delle 21. 

Il clima attorno alla riunione era teso, visto che lo scontro fra i grandi azionisti del Leone non ha precedenti. “Non dichiaro nulla”, aveva dribblato infatti le domande di Affaritaliani.it il consigliere Bardin, intercettato all’ingresso della Torre Generali a Milano prima dell'appuntamento.

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Il top-manager è arrivato con largo anticipo, alle 16, prima dell’attesissimo meeting ai piani alti della sede milanese della compagnia assicurativa. Bocca cucitissima anche per Clemente Rebecchini, consigliere espressione di Mediobanca che ha varcato immediatamente e a passo spedito l’ingresso della torre Generali attorno alle 16.15.

Con tre liste in assemblea (la terza sarà quella di Assogestioni) ad aprile 2022, quando oltre al bilancio i soci si esprimeranno sul rinnovo delle cariche sociali, l'ago della bilanciasarà il mercato, fatto da un 40,31% di investitori istituzionali e da un 23,97% di azionisti retail. Voti che decreteranno la vittoria, fra il nocciolo del 30,873% degli azionisti stabili, o della lista del consiglio sostenuta ai nastri di partenza da Mediobanca-De Agostini (il 14,63%) o di quella Caltagirone-Delfin-Benetton, fronte a cui gli osservatori ascrivono anche la Fondazione Crt, il 16,243% del capitale in tutto. Schieramento, quest'ultimo, che si oppone allo status quo, le cui chance di vittoria dipenderanno dal nome che Del Vecchio e Caltagirone tireranno fuori dal cilindro per il ruolo di amministratore delegato. Un nome che se fosse di peso nel mondo assicurativo potrebbe spostare la maggioranza del voto del mercato e mettere in minoranza i soci che spingono per una riconferma di Donnet. 

@andreadeugeni