Economia

Pil Italia -9,9% nel 2020; +4,1% nel 2021. Gentiloni: "Ripresa interrotta"

Gentiloni: "Ripresa interrotta, la crescita si fermerà ora"

"Nelle ultime settimane siamo di fronte alla recrudescenza della pandemia e sono state adottate nuove misure di contenimento. Il rimbalzo e' stato interrotto. La crescita e' destinata a fermarsi nel quarto trimestre, e riprendera' a salire a partire dal primo trimestre del 2021": lo ha detto il commissario europeo all'economia Paolo Gentiloni.

Ue: alza stima Pil Italia, -9,9% nel 2020; +4,1% nel 2021

Il Pil dell'Italia calera' del 9,9% nel 2020 per riprendere a crescere al 4,1% nel 2021. E' quanto emerge dalle previsioni economiche d'autunno della Commissione europea. Secondo le previsioni di Bruxelles, il prodotto interno lordo dell'Italia dovrebbe attestarsi al 2,8% nel 2022. La previsione della Commissione migliora la stima di luglio, secondo cui il Pil italiano sarebbe calato dell 11,2%. 

Ue: crescono deficit e debito Italia; in calo dal 2022

Dopo il minimo storico all'1,6% registrato nel 2019, il rapporto deficit/Pil dell'Italia crescera' al 10,8% nel 2020 per effetto delle conseguenze della pandemia. E' quanto emerge dalle previsioni di autunno della Commissione europea. Nel 2021 il disavanzo pubblico dovrebbe scendere al 7,8% del Pil. Cresce anche il debito, che aumenta "notevolmente" dal 134,7% nel 2019 al 159,6% nel 2020. Una frenata del debito e del deficit e' prevista a partire dal 2022, secondo la Commissione .

Ue: seconda ondata interrompe ripresa; Pil Eurozona -7,8%

Una ripresa "interrotta e incompleta", che vedra' una contrazione del Pil Ue pari al -7,4% nel 2020 (-7,8% per l'eurozona) e in ripresa del 4,1% nel 2021 (4,2% per l'eurozona). E' quanto emrge dalle previsioni economiche di autunno della Commissione europea. Secondo Bruxelles e' prevista una crescita del 3% del Pil sia per la zona euro che per l'intera economia Ue. "L'attivita' economica in Europa ha subito un grave shock nella prima meta' dell'anno ed e' rimbalzata con forza nel terzo trimestre con la graduale revoca delle misure di contenimento", si legge in una nota dell'esecutivo Ue. Tuttavia, "la recrudescenza della pandemia nelle ultime settimane sta provocando interruzioni" nella ripresa dovute "alle nuove misure di sanita' pubblica per limitarne la diffusione". Rispetto alle previsioni economiche dell'estate 2020, "le proiezioni di crescita sia per l'area euro che per l'Ue sono leggermente superiori per il 2020 e inferiori per il 2021". A un maggiore calo del Pil dell'anno in corso si prevede infatti una maggiore ripresa nell'anno successivo e viceversa. Quanto alla produzione, "sia nell'area euro che nell'Ue non si dovrebbe recuperare il livello pre-pandemico prima del 2022".

Ue: Spagna maglia nera dell'economia europea; poi l'Italia

"L'impatto economico della pandemia e' stato molto diverso nell'Ue e lo stesso vale per le prospettive di ripresa". Si legge poi nelle previsioni economiche pubblicate oggi dalla Commissione europea. Il Paese piu' colpito dalla crisi e' la Spagna, che segna un netto -12,4% nel 2020 seguito da una ripresa del 5,4% nel 2021 e del 4,8% nel 2022. Anche se formalmente non fa piu' parte dell'Ue, la Commissione ha incluso il Regno Unito nelle sue previsioni. Londra potrebbe segnare un -10,3% nell'anno in corso seguito da una ripresa del 3,3% e 2,1% nei due anni successivi. L'Italia e' la seconda economia Ue piu' colpita dalla crisi: -9,9% nel 2020, seguito da una ripresa del 4,1% nel 2021 e 2,8% nel 2022. Tra le economie dell'eurozona piu' in difficolta', segue la Francia con un crollo del Pil del -9,4% nell'anno in corso seguito da una ripresa del 5,8% nell'anno successivo. La Germania riesce a limitare i danni, segnando un -5,6% nel 2020 seguito da una ripresa del 3,5% nel 2021. L'Irlanda soffre decisamente meno la crisi economica generata dalla pandemia, con un calo del Pil pari a -2,3% per l'anno in corso seguito da una robusta crescita del 2,9% nel 2021 e 2,6% nel 2022. Tra le economie Ue che non fanno parte dell'eurozona si segnala la performance svedese, -3,4% nel 2020 seguito da una crescita del 3,3% e 2,4% negli anni successivi. Quella di Stoccolma e' la previsione meno negativa segnata tra i Paesi Ue che hanno mantenuto al valuta nazionale.