Economia
Giansanti: “Sfide globali per l’agrifood. Basta polemiche, servono alleanze”
Massimiliano Giansanti (presidente di Confagricoltura): "Servono più stanziamenti dalla Ue"
Confagricoltura, Giansanti: “Sfide globali per l’agrifood. Basta polemiche, servono alleanze e progetti condivisi"
In attesa dell'assemblea estiva di domani, lunedì 16 luglio, a Milano, Massimiliano Giansanti, rieletto al vertice di Confagricoltura risponde in un'intervista al Corriere della Sera a Coldiretti, che gli contesta - e contesta anche a UnionFood - di avere stretto accordi con multinazionali globali, danneggiando così gli agricoltori europei. Mediterranea, l’alleanza tra UnionFood e Confagricoltura, ne sarebbe la riprova conclamata. "Dispiace che ci siano questi attacchi, perché oggi più che mai il sistema dell’agrifood del Paese ha di fronte uno spazio di crescita importante sul mercato domestico".
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La Lega per voce di Centinaio dice che "Mediterranea rappresenta un esempio lodevole e non certo da denigrare". È un invito da una forza di maggioranza a evitare scontri tra associazioni di categoria?
Ringrazio chi sta prendendo posizione. Il dibattito su Mediterranea, come detto, non trova fondamento su logiche volte al bene del Paese. Io sono un agricoltore e il mio impegno è valorizzare il lavoro degli agricoltori.
Lei è stato appena rieletto. Avrà un mandato di quattro anni, per fare cosa?
Il mio mandato sarà focalizzato su due diversi piani di intervento: il primo in Italia e l’altro in Europa. La priorità è rafforzare il sistema agricolo italiano, la nostra agricoltura registra un calo del numero di imprenditori, si aggiunga che sui prodotti agricoli ci sono state enormi tensioni inflattive e che è in corso una guerra geopolitica, che porta alcune aree del mondo ad avere rilevanti vantaggi. La Cina detiene metà delle scorte mondiali e può condizionare gli equilibri del mercato, mentre la Russia è ormai il più grande esportatore al mondo di cereali, con effetti sugli scambi, per esempio, del grano duro, da cui si ottiene la pasta.
Tra pochi giorni si insedia il nuovo parlamento Ue. Cosa dovrà fare per voi?
Andrebbe evitata una proposta politica come quella della precedente Commissione. Molto connotata su temi come il green deal e penalizzante per il settore agricolo. Nessuno discute gli obiettivi di tutela e conservazione delle risorse naturali: noi agricoltori siamo i primi a beneficiarne, ma ci vuole un dialogo per costruire un modello condiviso che tenga conto degli agricoltori. C’è un’ulteriore questione: serve una politica agricola con budget che vadano oltre lo 0,6% del Pil europeo, dovranno essere aumentati gli stanziamenti, al fine di garantire un giusto reddito agli agricoltori. Inoltre non dobbiamo trascurare la possibilità di ricorrere a strumenti di protezione dei mercati, laddove esistono modelli e costi produttivi diversi. Dovremo lavorare molto con la nuova Commissione sul tema delle barriere tariffarie e della reciprocità. Noi abbiamo standard di certificazione estremamente elevati, non possiamo permetterci di favorire l’importazione di prodotti che non abbiamo i medesimi standard.
Al governo italiano cosa chiede in vista delle nomine dei commissari Ue?
Più che altro auspichiamo che all’Italia sia assegnato il ruolo che merita. Siamo il terzo Paese per importanza. Meritiamo un giusto riconoscimento nell’attribuzione delle deleghe della futura Commissione e una vicepresidenza significativa. Servirà anche un commissario all’Agricoltura forte.