Economia

Gig economy, il nuovo contratto dei riders? Serve un nuovo modello: il JobsApp

L'innovativa proposta del giuslavorista Francesco Rotondi, per la regolazione del lavoro in un nuovo settore economico che conta oltre 1 milione di addetti

Un nuovo contratto di lavoro per l’economia digitale. Jobs App è il nuovo termine per definire il nuovo contratto di lavoro per introdurre nuove regole e tutele e per regolare il mondo dell’App Economy: un modello economico che non si fonda su un rapporto di lavoro continuativo e subordinato ma su una dinamica on demand mediata da un App e basata sulla richiesta dei clienti.

I suoi lavoratori sono autonomi e freelance ma contraddistinti da alcune caratteristiche del lavoro dipendente ed è necessario quindi una nuova tipologia contrattuale. Nel libro appena uscito a cura di Francesco Rotondi e Luca Solari dal titolo, "Jobs App, Un nuovo contratto di lavoro per l’economia digital", si mette nero su bianco l’esito più rivoluzionario dell’industria 4.0: il “lavoro ibrido”, ossia un rapporto di lavoro né tipicamente autonomo nè indipendente ma un nuovo concetto di lavoro che va oltre le due tradizionali tipologie.

Il Jobs App regola il nuovo concetto di lavoro ibrido, un rapporto determinato dal mercato che eroga servizi o prodotti attraverso piattaforme digitali ed app dedicate. Il lavoro ibrido necessita una tipologia contrattuale che garantirebbe tutele a quasi un milione di GIG workers (molti dei quali under 30) ed alle aziende di questo settore emergente della App economy. Un comparto che secondo l’analisi di App Annie nel 2021 potrebbe valere circa 6.350 miliardi di dollari a livello mondiale, il terzo settore produttivo.

Tre sono i punti fondamentali del Jobs App: una retribuzione variabile legata alle consegne e non una paga oraria; un minimo retributivo a consegna per tutte le aziende del settore; ed infine un Welfare di settore e tutele che, con una percentuale fissa, obbligatoria e aggiuntiva su ogni retribuzione, finanzi un fondo di categoria per coprire malattia, assicurazione sanitaria e infortunio.

“È giunto il momento che le aziende della app economy si accordino per fare sistema e dare vita al contratto di lavoro 4.0, il Jobs App, - spiega Francesco Rotondi, giuslavorista e co-founder di LabLaw-.  Non ha più senso la strategia dello struzzo e di far decidere alla magistratura del lavoro, in assenza di regole e autoregolamentazione, come regolamentare uno dei settori emergenti della nuova economia. Sappiamo che c’è un tavolo di confronto sul tema promosso dal Ministro del Lavoro Luigi Di Maio che ad oggi non ha ancora prodotto un accordo. Ebbene, propongo alle parti sociali di riflettere sull’introduzione del Jobs App per uscire dall’impasse ”.

Il tema è di stringente attualità, come ha dimostrato il tavolo di confronto, promosso quest’estate dal Ministero dello Sviluppo Economico, tra le aziende della GIG Economy e le rappresentanze dei riders. Il confronto tra le parti sociali del settore ha scongiurato una norma nel Decreto Dignità che riducesse la GIG economy a lavoro subordinato. Le proposte dell’avvocato Rotondi vengono suffragate dal coautore del libro, il professor Luca Solari, docente ordinario di Organizzazione Aziendale presso l’Università degli Studi di Milano, esperto di digital trasmormation, tra i primi a cogliere gli scenari innovati di “economia collaborativa” connessi alla GIG economy.