Economia

IA, la nuova febbre di Wall Street. Alle stelle i titoli delle Big Tech

di Maddalena Camera

L'intelligenza artificiale spinge in alto i titoli di Nvidia, Apple e altri colossi del settore

IA, la nuova febbre di Wall Street

Tutti pazzi per l'Ai. L'intelligenza artificiale è il nuovo motore dei titoli in Borsa. Oltre ovviamente al fenomeno Nvidia, che fornisce i chip più performanti per server e applicazioni che si concentrano nella super potenza di calcolo delle informazioni che l'Ai rappresenta, molti altri titoli stanno traendo beneficio dal trend del momento che per forza e importanza può essere paragonato alla febbre delle dot.com degli anni 2000.

Le dot.Ai sono molte. Oltre a Microsoft che è da sempre sostenitore, a suon di miliardi, 13, di Open Ai ossia la madre di ChatGpt nell'ormai vasto panorama da registrare il recente balzo in Borsa di Apple appena ha annunciato di voler introdurre l'Ai in tutti i suoi dispositivi, iPhone compresi.

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Apple intelligence sarà in grado di comprendere il linguaggio naturale e offrire una serie di strumenti di scrittura a livello di sistema. Permetterà di interagire con Mail, Notes, Safari, Pages, Keynote e app di terze parti, ad esempio nella scrittura o nella rielaborazione di testi. Potrà anche comprendere immagini, azioni e operazioni legate al nostro contesto personale.

E, dopo l'annuncio, il risultato non si è fatto attendere: le azioni Apple hanno portato il valore di capitalizzazione della società a nuovi massimi oltre i 3mila miliardi di dollari. Il miracolo Ai ha toccato anche Oracle dopo annunci di accordi per il cloud con Google e OpenAI. Da notare che le azioni hanno preso il volo (+12%) nonostante i risultati del quarto trimestre 2023-2024, annunciati martedì sera, siano stati inferiori alle aspettative del consensus degli analisti. Larry Ellison, fondatore, presidente e capo tecnologo, ha annunciato che OpenAI utilizzerà l'infrastruttura cloud di Oracle, comprese le unità di elaborazione grafica di Nvidia, per addestrare i modelli di AI.

Molto bene anche Broadcom che ha alzato le sue previsioni annuali per i ricavi dei chip che aiutano nel lavoro di intelligenza artificiale e ha annunciato un frazionamento azionario, come già fatto da Nvidia, per trarre vantaggio massimo dal rally che ha investito le azioni. Broadcom produce chip di rete avanzati che aiutano a elaborare grandi quantità di dati utilizzati da applicazioni di intelligenza artificiale come ChatGPT rendendola ovviamente una delle aziende beneficiarie del trend del momento.

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E anche Broadcom, in un solo giorno, ha messo a segno un rialzo dell'11%. E poi ci sono i servizi cloud cresciuti in maniera esponenziale proprio grazie all'Ai. Ad esempio, i ricavi di Aws, i servizi cloud di Amazon, sono cresciuti del 17% a 9,42 miliardi di dollari nel primo trimestre, superando le aspettative degli analisti. Amazon inoltre sta investendo 230 milioni di dollari sotto forma di crediti in startup di intelligenza artificiale. Del resto tutti i provider di cloud che cercano di acquisire clienti AI fin dall’inizio dello sviluppo societario.

I crediti servono a fornire alle startup di Ai generativa l'accesso gratuito alla potenza di calcolo, a una serie di modelli e all'infrastruttura. Ma ovviamente bisogna sottoscrivere di realizzare i futuri servizi, in caso di successo, con il cloud fornito da Aws. Si tratta di una pratica comune a tutti i grandi gli operatori del cloud. Infatti anche Microsoft Azure e Google Cloud offrono crediti per attirare le imprese a utilizzare i loro servizi.  Tanti investimenti dei giganti del cloud nelle startup di intelligenza artificiale hanno anche attirato l'attenzione delle autorità di regolamentazione che vedono nella pratica un serio problema di antitrust.