Economia

Il futuro dell’Italia nelle esplorazioni spaziali in mano a un’azienda in odore di crisi

La compagnia americana Axiom, alle prese con forti problemi finanziari firma contratti milionari in Italia e svolge un ruolo da mattatore. Eppure, le alternative non mancano in un settore che solo in Italia vedrà investimenti per 7,3 mld entro il 2026

di Redazione

Il futuro dell’Italia nelle esplorazioni spaziali in mano a un’azienda in odore di crisi 

Un paese pronto a investire miliardi nella corsa allo spazio e un colosso industriale in difficoltà economiche. È il cocktail su cui si regge l’esplorazione spaziale italiana nel periodo più importante che il settore abbia mai vissuto negli ultimi cinquant’anni. I protagonisti sono l’Italia e Axiom, azienda statunitense che, secondo una recente inchiesta di Forbes, sarebbe in serie difficoltà economiche e – secondo altre fonti – avrebbe avviato già alcuni licenziamenti.

Il rapporto ha un momento di svolta nel maggio 2022, durante il governo Draghi, quando l’allora ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, firmò un memorandum d'intesa tra il governo e Axiom per approfondire la cooperazione per lo sviluppo e l'implementazione di progetti in ambito aerospaziale.

Il memorandum, ulteriormente rafforzato con un accordo con l'Esa, l’agenzia spaziale italiana, ha vestito con una cornice istituzionale una relazione già solida, rafforzata grazie alle collaborazioni con l’Aeronautica Militare e con alcune aziende private. Ad esempio quelle con Thales Alenia Space, che, nel luglio 2021, è stata scelta da Axiom per costruire a Torino i primi due moduli pressurizzati di una stazione spaziale commerciale. Un accordo da 110 milioni di euro, con possibili sviluppi per la costruzione di altri due moduli per raggiungere l’obiettivo di sostituire la ISS, la Stazione Spaziale Internazionale che sarà dismessa entro il 2030.

L'Aeronautica Militare, invece, sempre nel solco del Memorandum con il ministro Colao, ha promosso la firma, da parte del Ministero della Difesa, di una serie di accordi con Axiom. Siglati nel febbraio 2023, avevano come obiettivo organizzare "un volo orbitale” con il “relativo addestramento nell'ambito della missione Ax-3”. Accordi che, come rivelato dal Ministero, fanno parte delle attività già avviate nel 2018 dall'Aeronautica con Axiom nei settori dei voli spaziali commerciali e della New Space Economy. 

Il momento clou delle relazioni tra Axiom Space e l’Italia è stata proprio la missione Ax-3, la prima missione orbitale commerciale finanziata con fondi pubblici dal nostro Paese, che ha portato in orbita, all’inizio dell’anno, il colonnello dell'Aeronautica Walter Villadei. Costo per il contribuente, circa 30 milioni di euro, a cui si aggiungono i 3 milioni di "ticket" per Villadei. 

La missione ha avuto il compito di svolgere numerosi esperimenti, sia per enti pubblici, come il Ministero dell’Agricoltura, sia per aziende private italiane, come Dallara, Mental Economy, PwC Italia, Gvm Assistance e Spacewear. Esperimenti utili per il futuro della ricerca e dello sviluppo del nostro Paese, con implicazioni su salute, alimentazione, tessuti e sport, solo per fare qualche esempio. Una lista di aziende non strettamente del settore aerospaziale, che dimostra quanto la presenza italiana nello Spazio sia strategica per l'intera economia. Una scelta di includere i privati che avrebbe giustificato un modello di finanziamento diverso, come, ad esempio, quello adottato dalla Gran Bretagna, che fa ricadere i costi non sul bilancio statale, ma su finanziatori privati.

In Italia invece a investire non ci sono i privati ma solo l'Agenzia Spaziale Italiana, che si prepara a giocare un ruolo fondamentale nella corsa allo spazio. Investe da sola nonostante dalle attività in questo settore dipendano ricadute dirette e indirette per miliardi di euro. Fra le aziende che ne beneficerebbero ci sono ovviamente quelle del comparto, come Leonardo, leader nel settore della sicurezza e cyber, la già citata Thales Alenia Space, che è anche leader del progetto Space Factory 4.0 finanziato dall'Agenzia Spaziale Italiana con 85 milioni di euro e Telespazio, un attore di primo piano nel settore satellitare. Oltre a loro anche tante anche una carica di circa 300 start-up.

Insomma, è chiaro che attraverso Axiom non scorre solo un fiume di denaro, ma il futuro stesso della presenza dell’Italia fra i leader della corsa allo Spazio. Lo ha affermato la stessa Sottosegretaria di Stato alla Difesa, Isabella Rauti, che ha dichiarato: "il successo della missione del Colonnello Villadei e della consolidata collaborazione con Axiom Space, conferma il ruolo di primo piano che l’Aeronautica Militare e la Difesa nel suo complesso esercitano per conseguire un accesso sicuro allo spazio, dominio emergente che sarà sempre più importante e strategico, anche in vista della costruzione e messa in orbita, nel 2030, della nuova Stazione spaziale Internazionale e delle future esplorazioni lunari e marziane".

Quale sia l’orientamento del governo è in fase di definizione. Il sostanziale monopolio di Axiom è nato da un governo espressione di una stagione politica completamente diversa da quella attuale. L’esecutivo potrebbe decidere di aprire il settore spaziale italiano alla concorrenza nel momento più importante che il settore spaziale sta vivendo a livello globale da qualche decennio a questa parte. Senza dubbio, infatti, il futuro dell’Italia in questo settore è promettente, come ha certificato il successo del 75° Congresso Astronautico Internazionale, che si è svolto a Milano lo scorso ottobre. Ma per trasformare queste premesse in realtà, sarà fondamentale valutare l'affidabilità dei partner con cui il sistema Paese sceglierà di collaborare nei prossimi anni, decisioni che saranno decisive per i decenni a venire.

Questo è particolarmente vero in relazione alla partita post-ISS. Siamo infatti alle soglie dell'evento che rivoluzionerà la storia dello Spazio, ossia il decommissioning della Stazione Spaziale Internazionale, previsto per il 2030: le aziende private saranno al centro dell'industria, fornendo strutture e servizi agli enti governativi, che diventeranno loro clienti. Si tratta di un rovesciamento di paradigma, con diversi attori che ora si contendono un mercato molto ricco. Il valore dell’economia spaziale viene infatti stimato intorno ai 600 miliardi di dollari entro il 2030. Solo in Italia vedrà investimenti per 7,3 miliardi di euro entro il 2026, comprensivi di contributi all’ESA, all'ASI, ai fondi del PNRR e ai fondi europei.


In questo contesto alcuni osservatori si domandano se la fragilità finanziaria di Axiom possa costituire un problema per l’Italia. Se le previsioni di Forbes sono corrette, l’azienda – che pure si è affrettata a smentire questa ricostruzione - potrebbe trovarsi in una crisi irreversibile nei prossimi mesi.

Le alternative se si vuole aprire il settore alla concorrenza non mancano. Il settore vanta infatti altri attori di peso come Orbital Reef, un progetto di Blue Origin di Jeff Bezos, ma anche Boeing e Sierra Space. Fra i player multinazionali ci sono anche Starlab, una joint venture a guida americana (Voyager Space) che replica la "governance" della ISS con la co-gestione della giapponese Mitsubishi Corporation, di Airbus in Europa e di MDA Space in Canada. Fino all’ultima arrivata, Vast, i cui finanziamenti provengono dal mondo delle criptovalute e che si è presentata in Italia proprio in occasione del Congresso Astronautico di Milano.


Uno scenario che pone le istituzioni italiane di fronte alla possibilità di valutare anche alternative diverse. Anche se le difficoltà economiche di Axiom fossero transitorie, e l’azienda dovesse recuperare la sua salute finanziaria, aprire un dialogo con le altre società specializzate del settore potrebbe garantire una maggiore efficienza. Qualsiasi soluzione sarà sicuramente presa rapidamente, anche perché, come ha detto il ministro Adolfo Urso in riferimento a questa partita, "più passa il tempo, più costerà recuperare il terreno perduto."