Economia
Il taglio tassi della Bce incrementerà la fiducia di famiglie e imprese
L’avvio di una politica monetaria meno restrittiva, unita a un rientro dell’inflazione contribuirà ad alleggerire la situazione dei mutui a tasso variaribile
La decisione della Bce contribuirà a incrementare la fiducia di famiglie e imprese verso la domanda di credito
La decisione di oggi potrà fungere da positivo stimolo sulle richieste di nuovi mutui casa e nuovi prestiti al consumo, incrementando la fiducia delle famiglie verso migliori aspettative economiche. Allo stesso tempo, sul fronte della sostenibilità dei crediti, tale riduzione con l’avvio di una graduale politica monetaria meno restrittiva, unita a un rientro dell’inflazione su livelli più contenuti, contribuirà ad alleggerire la situazione in particolare dei mutuatari a tasso variabile. Tuttavia, va anche detto che era parecchio tempo che i tassi dei mutui erano estremamente bassi, con tassi dell’1% o addirittura sotto; anche se è corretto affermare che le strette monetarie cercano di contrastare l’inflazione, allo stesso tempo riducono la liquidità e condizionano le scelte delle banche nel campo dei finanziamenti e delle erogazioni.
Dopo anni nel quale il comparto dei mutui immobiliari registrava segnali di prudenza da parte delle famiglie, nei primi 5 mesi del 2024 si è registrata una inversione di tendenza con un +4,3% delle richieste di nuovi mutui e surroghe rispetto allo stesso periodo del 2023, derivata in parte dai primi effetti della Direttiva europea EPBD (Energy Performance of Buildings Directive), nonché da un naturale rimbalzo tecnico dopo due anni e mezzo di calo della domanda oltre che da una ripresa delle surroghe. Al contrario, per quanto riguarda la domanda di prestiti, nel loro complesso di personali e finalizzati, nei primi 5 mesi del 2024 si registra una contrazione delle richieste del -3,7%.
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Per quanto riguarda il credito alle imprese, l’alto livello dei tassi di interesse è stato uno dei fattori che ha inciso maggiormente sulle PMI italiane, insieme agli altri fattori come la lenta ripresa economica a livello globale, l’inflazione, le conseguenze della pandemia e le tensioni geopolitiche. Se da un lato nel 2023 abbiamo registrato una crescita nei finanziamenti erogati, d’altro si è rilevato un aumento dei tassi medi di default delle imprese intorno al 2,39%, e che si prevede possa attestarsi per le società di capitali attorno al 3,3% nel 2024, seppur mostrando differenze tra i vari settori nell’intensità di questa risalita. La riduzione decisa oggi dalla BCE segna quindi un punto di svolta; tuttavia è probabile che i tassi restino ancora a lungo su livelli elevati, e che diminuiranno solo gradualmente e con potenziali pause. Il quadro macroeconomico rimane complesso, con una grande incertezza economica e sui mercati finanziari. In questo scenario, ci aspettiamo per il biennio 2024-25 un lieve ulteriore rialzo della rischiosità delle società di capitali, pur rimanendo su livelli sotto controllo e sostanzialmente allineati alle evidenze pre-pandemia.
*Executive Director di CRIF, commenta l’abbassamento dei tassi appena deciso dalla BCE.