Economia
Rallenta l'inflazione a maggio (+7,6%): frenano i prezzi dei beni energetici
Minor pressione dell'inflazione su base annua che scende dello 0,6% in un mese. Allarme Codacons per i consumatori: +2.879 euro per nucleo
L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,6% per l’indice generale e a +4,7% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta dello 0,3% su base mensile e dell’8,0% su base annua (in decelerazione da +8,6% di aprile); la stima preliminare era +8,1%. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e del 7,2% su base annua.
Inflazione, allarme Codacons: “È un effetto ottico, il carrello della spesa pesa molto sulle famiglie”
Di conseguenza, prosegue anche la fase di rallentamento della crescita tendenziale dei prezzi del “carrello della spesa”, che a maggio è pari a +11,2%.
“L’inflazione scende solo grazie al rallentamento dei beni energetici, con quelli non regolamentati che a maggio frenano dal +26,6% al +20,3% - spiega il Presidente del Codacons Carlo Rienzi – Un effetto ottico, dunque, che altera il dato sull’inflazione, dimostrato dall’andamento degli altri comparti: i prezzi degli alimentari rimangono a livelli sostenuti (+11,8%), al pari del carrello della spesa (+11,2%), impattando sulle tasche delle famiglie”.
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In base ai calcoli del Codacons, infatti, l’inflazione al 7,6% si traduce in una maggiore spesa su base annua pari a +2.879 per un nucleo con due figli, +2.223 la famiglia “tipo”. Solo per mangiare, un nucleo spende in media 907 euro in più, a parità di consumi.
Intercorrono profonde differenze su base territoriale: tra i comuni con oltre 150mila abitanti, la città che secondo l’Istat registra a maggio l’inflazione più elevata è Genova con un tasso del +9,5% equivalente ad una maggiore spesa annua famiglia di 2.071 euro, considerati i consumi dei nuclei residenti. La provincia con l’inflazione più bassa è Potenza: +5% equivalente ad una maggiore spesa pari a +987 euro a nucleo su base annua – stima il Codacons.
“I numeri dell’Istat non possono rassicurare gli italiani, perché la frenata dell’inflazione è da attribuire unicamente all’effetto ottico dell’energia, mentre per i beni più acquistati dalle famiglie i prezzi continuano a rimanere su livelli preoccupanti” - conclude Rienzi - Ci aspettiamo quindi dal Governo un intervento concreto ed efficace sui listini al dettaglio nei settori dove i prezzi crescono di più”.