Economia

Israele Eldorado per l'Italia. Il report

Eduardo Cagnazzi

E' tra i principali attori del Medio Oriente e potrebbe essere il mercato strategico per gli investimenti italiani nell'area del Mediterraneo. Soprattutto nel campo della Ricerca&Innovazione, agritech e logistica portuale. Secondo il Report 2017 di Srm, il centro studi legato ad Intesa Sanpaolo, che Affaritaliani è in grado di anticipare, ci sono diverse ragioni per l'Italia per incrementare i rapporti commerciali con Israele. Tel Aviv è al terzo posto nel mondo per disponibilità di tech talent, alle spalle di Silicon Valley e New York; nel territorio israeliano sono attive 4mila startup tecnologiche e 300 centri di ricerca di multinazionali; oltre all'elevata apertura internazionale (l'incidenza della somma di import ed export sul Pil è pari al 43,9%), il Paese è uno dei leader mondiali nell'ambito delle tecnologie agricole con 230 aziende agritech.

Ma, soprattutto, osservano gli analisti di Srm, Israele è fortemente orientata sia verso la ricerca e l'innovazione, due aspetti che fanno parte del suo Dna, sia verso i trasporti e la logistica che costituiscono un asset fondamentale per il Paese. Non solo il 99% dei traffici commerciali in volume e l'80% in valore avviene infatti via mare, quanto due dei tre maggiori porti, Haifa e Ashdod, sono interessati dalla Via della Seta, ed oggetti di investimenti strategici in infrastrutture per 4 miliardi di dollari. Se questi numeri si confermano di grande interesse per il Bel Paese, analogamente il mercato italiano è sempre più considerato strategico per le imprese israeliane che cercano nuovi sbocchi, soprattutto grazie alla vicinanza geografica e culturale con lo Stivale. Per il direttore generale di Srm, Massimo Deandreis, "Israele sta sempre più affermandosi nel Mediterraneo e nello scenario economico globale. Il valore degli investimenti diretti esteri supera i 100 miliardi di dollari, quelli italiani 600 milioni di dollari che supereranno i 700 nel 2018. In tutto questo l'interesse della Cina, che sta investendo nei principali porti e l'elevatissima capacità di innovazione nel settore agrifood, sono driver che ne fanno un territorio ricco di opportunità per chi vuole incrementare le relazioni di business con questo Paese.

Il Report di Srm vuole pertanto fornire un contributo a chiunque voglia comprendere quali sono i principali asset di questo importante Paese e le potenzialità per le imprese italiane che sono enormi". Oggi gli investimenti dello stato israeliano in R&S incidono per oltre il 4% del proprio Pil, rispetto all'1,3% dell'Italia. Se la quota di laureati nella fascia d'età 25-64 anni è del 48,8%, contro il 17,5% in Italia, ci sono 17,4 ricercatori ogni mille abitanti rispetto a 4,9 in Italia. L'incidenza dei prodotti Ict sul totale delle esportazioni di beni è inoltre pari all'11,2%, mentre in Italia è appena dell'1,7%. Proprio la manifattura italiana potrebbe giocare un ruolo importante in quel Paese, solo la Germania è in una posizione migliore, con una quota di mercato del 7,6%, mentre negli ultimi dieci anni, la Cina ha più che raddoppiato la propria quota su quel mercato, passando dal 7% al 16,1%. Ma è soprattutto il sistema portuale e della logistica che può trascinare l'export dall'Italia, grazie ad un incremento medio del 6,6% l'anno dei Teu movimentati per un business di 157 miliardi di dollari.