Economia

Istat. crescita ferma allo 0,4% per il 2024, pressione fiscale ai massimi

di Redazione Economia

La debolezza della ripresa economica pone seri dubbi sulla possibilità di raggiungere l'obiettivo dell'1% di crescita

Istat, taglia le stime di crescita per il 2024: nei primi sei mesi solo +0,4%

L'Istat ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita per il 2024, portando la variazione acquisita allo 0,4%, in calo rispetto al precedente 0,6%. Questo dato, che riflette la crescita economica già consolidata se nei prossimi trimestri non ci fossero ulteriori cambiamenti, segnala una frenata preoccupante per il governo. La debolezza della ripresa economica pone ora seri dubbi sulla possibilità di raggiungere l'obiettivo dell'1% di crescita, indicato dal governo nel Piano strutturale di bilancio, attualmente in esame al Parlamento.

Nel secondo trimestre del 2024, il Pil è cresciuto dello 0,2%, confermando le stime preliminari. Tuttavia, questo progresso è insufficiente a compensare le pressioni esterne e interne che gravano sull’economia italiana. La pressione fiscale, infatti, è salita al 41,3%, con un incremento di 0,7 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Questo aumento riflette un carico fiscale crescente, una tendenza che rischia di deprimere ulteriormente consumi e investimenti, già frenati da un contesto economico incerto.

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Dal lato delle famiglie, si registra un miglioramento nel reddito disponibile, aumentato dell'1,2% nel secondo trimestre del 2024. Questo incremento ha avuto un impatto diretto sul potere d'acquisto, anch'esso cresciuto dell'1,2%. Tuttavia, nonostante la crescita dei redditi, i consumi sono aumentati solo dello 0,4%, mentre la propensione al risparmio è salita al 10,2%, in aumento di 0,8 punti rispetto al trimestre precedente. Questo comportamento riflette la cautela delle famiglie italiane, che preferiscono accumulare risparmi piuttosto che spendere, segnale di una fiducia ancora fragile nel futuro economico.

Sul fronte dei conti pubblici, ci sono segnali positivi: l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è sceso al -3,4%, rispetto al -5% del secondo trimestre 2023. Si registra anche un miglioramento del saldo primario, che torna positivo per la prima volta dal 2019, con un'incidenza dell'1,1% sul Pil, rispetto al -0,8% dell'anno precedente. Questo risultato indica un miglioramento nella gestione della spesa pubblica al netto degli interessi sul debito, ma non è sufficiente a dissipare le preoccupazioni sui conti pubblici italiani.

Le nuove stime di crescita rappresentano un duro colpo per il governo, che dovrà affrontare sfide significative per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di bilancio. Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha già preannunciato una manovra economica che richiederà "sacrifici per tutti", segnale di un'imminente stretta fiscale. Le revisioni dell'Istat complicano ulteriormente i piani dell’esecutivo.